Rassegna stampa

La Fiera di Pesaro «studia» il partner

PESARO – Coniugare la «tutela della marchigianità» con «l’efficacia della gestione», capire fino in fondo il ruolo che la Regione intende giocare sul capitolo delle fiere. La decisione su quale strada imboccare per la Fiera di Pesaro non è semplice ora che il meccanismo della scissione proprietà (pubblica)-gestione(privata) del quartiere Campanara è stato avviato ed entro la fine di febbraio deve arrivare a individuare il nuovo ente gestore. Le proposte arrivate e che in qualche misura rispettano i punti chiave del bando (mantenimento delle manifestazioni e dell’occupazione in loco, progetti di sviluppo e canone) sono tre. Una, l’unica ben definita rispetto al bando, da Expo Torino, le altre meno nette da Erf (Ente regionale fieristico di Ancona) e da Fiera di Rimini.
La realtà di Fiera di Pesaro delinea un quartiere che lo scorso anno ha realizzato manifestazioni con ricavi per circa 2 milioni, ma con una struttura debitoria pesante a quota 3 milioni. Un dato non preoccupante, per il presidente Alberto Drudi (che guida anche la Camera di commercio, azionista di riferimento del quartiere con il 70% delle quote): «Il fatto – spiega – è che solo per tenere aperto spendiamo poco meno di un milione l’anno». Resta il fatto, altrimenti non si capirebbe il senso dell’operazione, che un rilancio serve (non solo per sistemare i conti ma anche a progettare lo sviluppo) e che la scelta del gestore non è semplice. Ed è decisamente complicata dal fatto che la legge regionale 24/2004 resta ancora inattuata nella sua parte fondamentale che prevede una "cabina di regia", cioè una guida unica, per i due poli fieristici regionali, Erf e Campanara di Pesaro. «Per cui anche la proposta che arriva da Ancona è importante, specie se si vuole difendere la marchigianità del sistema fieristico, in un momento in cui la Fiera di Ancona deve lasciare la sua attuale sede e progettarne una nuova», spiega Drudi. Quel che serve è una riflessione su quale sistema fieristico regionale serva agli interessi dell’economia dell’area e Drudi lascia capire di guardare con estremo interesse alla soluzione di un unico ente gestore delle fiere marchigiane, qualunque esso sia. «Possono ben esistere due fiere sul nostro territorio – spiega Drudi – ma l’importante è capire con quali obiettivi e con che tipo di integrazione. Otto anni fa lanciai l’idea di una unica guida per il sistema fieristico locale, ma evidentemente il percorso non è semplice».
Semplice e chiarissima (anche se sovverte il criterio, invero labile, della "marchigianità" della gestione sostenuto da Drudi, da ultimo costretta a un mutuo di un milione e a usare i proventi del Salone del mobile per coprire parte del pesante rosso della prima edizione di Moto&Miti) è invece la proposta di Rimini che ha il neo, vista da Pesaro, di portare via dalla Campanara l’unica "vera" manifestazione, quel Salone del mobile che porta ossigeno alle casse perennemente esauste e che dà al quartiere una proiezione internazionale. «Certo, questa – spiega il presidente di Fiera di Rimini Lorenzo Cagnoni – è una conditio sine qua non: la nostra è una proposta di collaborazione strategica che chiede libertà di movimento senza i vincoli del bando. Siamo interessati alla gestione di Fiera Pesaro a condizione di assoluta libertà di movimento che ha come premessa due elementi: portare il Salone del mobile a Rimini e progettare, parallelamente, una serie iniziative di sviluppo per la Campanara, con investimenti di lungo periodo che potremmo finanziare con i proventi del Salone del mobile. Noi ci dichiariamo pronti a partire dal Salone del 2007. Non abbiamo molte probabilità, ma ci proviamo».
In effetti, il presidente Gian Mario Spacca ha più volte ribadito la volontà della Regione di creare la cabina di regia locale. Perplessi, sul punto, gli Industriali di Pesaro, che stanno cercando una via di uscita condivisa. Se da una parte hanno sempre sostenuto la necessità di separare proprietà e gestione, ora chiedono che Pesaro diventi il polo fieristico regionale unico al servizio dell’intero territorio regionale, senza alcuna pregiudiziale sulla "residenza" del soggetto gestore.

g.costa@ilsole24ore.com

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