Rassegna stampa

Firenze Fiera, ipotesi di rilancio. Forza Italia vuole l’auditorium

Il rilancio espositivo di Firenze Fiera spa, auspicato da più parti, non può prescindere, secondo il consigliere regionale di Forza Italia, Paolo Marcheschi, dalla realizzazione di un nuovo auditorium. E’ questo il senso di una mozione che il gruppo azzurro ha presentato al consiglio toscano. Considerato che l’aumento della superficie espositiva di ventimila metri quadri e la realizzazione di un nuovo palazzo dei congressi rientrano tra le priorità individuate dalla Giunta, Marcheschi chiede alla Regione di attivarsi nei confronti di Palazzo Vecchio perché, in tempi brevi, arrivi all’individuazione dell’area dove far nascere la struttura. Di Firenze Fiera ci si occupa anche in Comune. «Subito in consiglio comunale il piano industriale di Firenze Fiera»: è la richiesta che è stata avanzata dal consigliere di Forza Italia Marco Stella secondo il quale «tutta l’assemblea deve essere coinvolto in una discussione che riguarda il futuro economico della città, non può giocare un ruolo da semplice spettatore in questa partita». «Firenze Fiera – ha aggiunto il consigliere di Forza Italia – punta prevalentemente sui piccoli congressi, e non sugli eventi importanti. Si tratta di una strategia miope e improduttiva per la società, che da un lato sminuisce il ruolo di Firenze. In questo modo, peraltro, la società farebbe concorrenza ai piccoli operatori privati che da anni operano in questo settore». «Il piano industriale – ha sottolineato Stella – non fa cenno ai problemi infrastrutturali, non mette fra le priorità un rilancio serio e la costruzione del nuovo auditorium per rispondere alle sfide future. Meglio sarebbe portare i libri in tribunale e chiudere tutto. E’ invece prioritario un accordo con Pitti Immagine, vero partner strategico per il rilancio della società, l’accordo deve essere essere fatto bene e in tempi brevissimi. Il tentativo di braccio di ferro con Pitti Immagine non giova a nessuno, questa è una partita di poker giocata sulle spalle degli operatori commerciali».

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