Rassegna stampa

Argo, trattori hi-tech alla fiera di Hannover

REGGIO EMILIA – Sempre più tecnologia per battere la concorrenza straniera, nuovi modelli di base per andare incontro ai nuovi mercati, ristrutturazione degli stabilimenti produttivi in Inghilterra e in Francia. Il gruppo Argo – leader italiano dei trattori con i marchi Landini, McCormick, Laverda, Pegoraro, Valpadana, Sep e Fella con una quota del 16,5% in Italia e del 5,5% sui mercati europei – scopre le carte alla vigilia di Agritechnica di Hannover (dal 6 al 12 novembre) e a una settimana da Eima, la principale rassegna italiana del settore macchine agricole in programma a Bologna dal 12 al 16 novembre. E proprio in Germania verranno presentate le novità del gruppo Argo: si tratta dell’XTX 165 a 32 velocità, del Powermaster e del primo caricatore telescopico prodotto con i marchi Landini e McCormick denominato TTH. Il powermaster e il TTH saranno premiati in anteprima da Eima come novità tecnica per il 2005. Un buon risultato per gli oltre 200 tra progettisti, tecnici e ricercatori che ripaga gli investimenti in ricerca pari al 3,8% dei ricavi.
«La strada che il gruppo intende seguire per affrontare i mercati è chiara – spiega Luigi Coppa, direttore commerciale e responsabile marketing del gruppo Argo -. Dosi massicce di innovazione e prodotti sempre più ad alta tecnologia e massimo confort. Naturalmente senza dimenticare le agricolture emergenti dell’Est Europa e dell’Africa del Nord che possono dare soddisfazioni nella fascia media di prodotto».
Una strada obbligata in un mercato che nel corso del secondo semestre del 2005 ha iniziato a dare segni di cedimento. Infatti, se nel corso del primo semestre le trattrici agricole del gruppo avevano fatto segnare una crescita del 14% in volume produttivo e del 12% in valore, nel secondo semestre il mercato ha rallentato la sua corsa e l’anno rischia di chiudersi con incrementi assai più contenuti. E il fatturato di gruppo, che nel 2004 aveva raggiunto gli 883 milioni (di cui 390 dal solo marchio Landini) potrebbe attestarsi poco al di sotto del miliardo di euro. Un risultato comunque buono – ottenuto grazie al lavoro di 3.300 dipendenti, di cui 1.300 in Landini nella provincia di Reggio Emilia – se si considera la contrazione della domanda che giunge dopo alcune campagne agricole negative.
«Nonostante questi risultati incoraggianti – spiega Coppa – la competitività che il settore richiede ci obbliga al continuo adattamento di tutte le realtà industriali e in particolare di quelle che non risultano essere adeguate all’effettivo assorbimento dei mercati mondiali». In particolare, la fase di ristrutturazione riguarderà lo stabilimento inglese MCCormick (290 milioni di ricavi lo scorso anno) a Doncaster (dove gli esuberi sono attorno alle 90 unità) e soprattutto quello francese di St. Dizier dove sono al lavoro 700 dipendenti e la consistenza finale degli organici è in mano agli enti governativi e legali locali. «La situazione in Francia è delicata ma il nostro obiettivo – spiega il direttore commerciale di Argo – è assicurare la continuità produttiva ma su numeri inferiori a quelli odierni che il mercato non è in grado di assorbire. Purtroppo gli esuberi saranno inevitabili ma entro la prossima primavera lo stabilimento dovrebbe essere a regime».
Per restare all’estero, prosegue bene l’integrazione di Fella in Argo e proprio la Germania sarà un banco di prova per i nuovi modelli ad alta tecnologia grazie alla rinnovata forza della rete di vendita. Per quanto riguarda le società italiane del gruppo, fermo restando il ruolo leader di Landini e la sua forza produttiva, a Breganze, nel vicentino, Laverda (85,8 milioni di ricavi nel 2004) si caratterizzerà sempre più come il polo dell’innovazione e non a caso il nuovo caricatore telescopico nasce proprio in Veneto.

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