Rassegna stampa

Editori alla prova dell’export

DAL NOSTRO INVIATO
FRANCOFORTE – Fedele a se stessa, pur nei cambiamenti e nelle innovazioni, si è aperta ieri sera a Francoforte la 57ª edizione della Buchmesse, la più grande manifestazione mondiale dedicata al mondo del libro. Un nuovo direttore, il giovane Jürgen Boos (43 anni, designato all’inizio dell’anno non senza qualche punta polemica, ma si tratta di un grande esperto del settore, scelto anche per la sua capacità di rilanciare la Fiera, non solo dal punto di vista dei contenuti: sua l’idea di aprire ai libri antichi, all’entertainment e ai giocattoli). E gli altri, consueti, numeri sempre più giganti. Fino a domenica, infatti, saranno presenti all’esposizione più di 7mila editori, da circa 110 Paesi, che presenteranno oltre 100mila pubblicazioni (il 30% delle quali sono novità), un programma che comprende quasi 2mila eventi, 270mila visitatori attesi soprattutto nel fine settimana, quando il quartiere fieristico di Francoforte sarà anche la più grande libreria del mondo con circa 350mila titoli in vendita.
Il Paese ospite è la Corea (a Francoforte non scelgono mai a caso: evidentemente i tedeschi stanno cominciando a pensare a mercati editoriali ancora inesplorati) ma gli appuntamenti più ghiotti per il pubblico saranno quelli con i grandi scrittori: si va da Margaret Atwood a Ken Follett, da Nick Hornby a Cees Nooteboom, fino ai politici come Joschka Fischer. E politico sarà l’appuntamento clou – dal punto di vista non commerciale – che si terrà domenica 23, quando lo scrittore turco Orhan Pamuk farà il suo discorso di ricevimento del Premio per la pace, che ogni anno la potente associazione dei librai tedeschi conferisce a uno scrittore di grande rilievo. Pamuk è sotto processo in patria per le sue affermazioni sul genocidio degli armeni: di certo la sua scelta e il suo discorso si presteranno a interpretazioni diverse.
Ma Francoforte resta, più di tutto, un mercato per addetti. Editori, agenti, scout si danno appuntamento sul Meno per cercare di trovare e scommettere su chi sarà il prossimo Dan Brown. E anche se è sempre più raro che i grandi libri si peschino alla Buchmesse, l’appuntamento di Francoforte è irrinunciabile per gli addetti ai lavori: il vedersi in faccia costituisce, in questo campo, ancora un valore. Intanto la mostra si è aperta con una notizia: il primo libro a superare i milioni di dollari sono le memorie del cantante Eric Clapton. Se le è aggiudicate – in un’asta fuori fiera – l’editore americano Random House per 4 milioni di dollari: il libro non è, ovviamente, ancora stato scritto. Dovrebbe uscire nel 2007.
L’Italia si presenta agguerrita anche nell’edizione 2005. Per numero di presenza gli italiani sono quarti e oggi sarà il ministro dei Beni culturali Rocco Buttiglione a tagliare il nastro del Punto Italia, lo stand collettivo che raduna buona parte dei 327 editori, quindi visiterà gli stand delle singole case editrici.
Il mercato editoriale italiano verrà fotografato, come di consueto, dalla pubblicazione annuale dell’Associazione italiana editori che verrà presentata oggi alla stampa. Intanto l’Istat ha reso noti i primi, parziali, numeri del mercato editoriale (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri). Diminuiscono le tirature medie dei libri (ci aggiriamo intorno alle 4.600 copie per titolo), il numero di titoli è sostanzialmente stabile (oltre 54mila titoli).
Le previsioni per l’andamento economico del 2004 sono ancora di un anno positivo e anche per il 2005 si attendono dati sufficientemente buoni. Quello che dovrebbe confortare, inoltre, gli editori italiani è il costante progresso che in questi anni ha fatto registrare l’export di libri (non solo libri, ma anche servizi editoriali e co-edizioni). Tra il 2001 e il 2003 – ultimi dati disponibili fino ad oggi, vedremo se il trend sarà confermato – il numero di titoli venduto per esportazione è cresciuto del 32,2% (pur rappresentando un terzo rispetto alle importazioni). Curioso il taglio di queste vendite: gli editori italiani riescono a esportare soprattutto i libri per bambini, gli illustrati, i manuali e i titoli ad argomento religioso. Solo dopo vengono narrativa e saggistica. Anche per questo, forse, la Storia della Shoah in cinque volumi edita dalla Utet-De Agostini sarà più facilmente vendibile del romanziere che ha appena vinto lo Strega o il Campiello.
STEFANO SALIS



La Buchmesse in cifre

7mila: Il numero di espositori
110: I Paesi rappresentati
270: Le migliaia di visitatori
350: Le migliaia di titoli
600: Milioni di giro d’affari
327: Il numero di editori italiani

Newsletter