
Fiera di Milano, scende l’utile, sale il compenso variabile del cda
La Fiera di Milano ha stabilito per il cda un compenso variabile pari al 5% dell’utile di esercizio. L’assemblea del 27 ottobre 2004 aveva condizionato tale compenso, per l’esercizio al 30 giugno 2005, al raggiungimento di un fatturato consolidato non inferiore a 281 milioni di euro e di un margine operativo lordo (Mol) di almeno 41 milioni. Il consuntivo presenta un fatturato di 261,7 milioni e un Mol di 37,8. Gli importi sono inferiori agli obiettivi e ai risultati dell’esercizio precedente. Il dividendo scende da 35 a 30 centesimi. Ma gli amministratori non perderanno il compenso variabile. Anzi, questo sale da 656mila a 677mila euro per l’intero cda. Nel frattempo il cda ha abbassato l’asticella degli obiettivi (ricavi a 253 milioni, Mol a 37 milioni) «per tener conto di fattori esogeni al di fuori del controllo del cda». Gli «obiettivi aggiornati sono stati raggiunti e superati», dice la relazione del cda. Nell’esercizio al 30 giugno, il presidente Michele Perini (ex presidente Assolombarda) ha un compenso lordo di 239mila euro, l’a.d. Piergiacomo Ferrari 436.576 euro, oltre a 140mila di plusvalenza da stock option. Gettone di 50.534 euro per il consigliere Flavio Cattaneo, ex d.g. Rai e prossimo a.d. di Terna. (G.D.)