Rassegna stampa

Partecipazioni a quota 73 milioni

BOLOGNA – Sono 219 le partecipazioni della Camere di commercio provinciali (e di Unioncamere ragionale) in 112 società; il tutto per un importo di 73,2 milioni, pari ai prezzi di acquisto delle partecipazioni e non al loro valore venale attuale. La quota delle partecipazioni nel 2004 delle Camere emiliano-romagnole vale circa il 14% degli investimenti del sistema camerale nazionale che concentra il grosso delle sue quote (per valore) nelle regioni del Centro-Italia (con oltre 235 milioni) mentre dal punto di vista quantitativo a prevalere è il Nord-Ovest con oltre 430 partecipazioni.

I dati emergono da un rapporto stilato dall’ufficio Studi di Unioncamere regionale, oggetto di dibattito nel corso della convention dei segretari generali delle Camera di commercio dell’Emilia-Romagna che si è tenuto nei giorni scorsi presso la Rocca di Dozza (Bologna). Le partecipazioni sono state suddivise nei due grandi capitoli di Infrastrutture e marketing territoriale (60,46 milioni) e di Ricerca formazione e consulenza (12,74 milioni); rispetto al 1999 la prima voce è in crescita del 55,8% (sei anni fa le partecipazioni si fermavano a 52 milioni) mentre la seconda è in flessione del 2%, a chiara testimonianza di come l’attività e lo sforza economico delle Cdc si stia concentrando sulla dotazione infrastrutturale e sul rafforzamento delle strutture (espositive in particolare) delle singole province. Rapportando i dati complessive alle singole Camere, quella di Bologna risulta la più coinvolta con poco meno di 31 milioni di partecipazioni che sono pari al 67,7% dell’attivo di bilancio. Sotto quest’ultimo profilo fa meglio solo Ravenna (71%) ma con un valore inferiore ai 3 milioni.

Come emerge dai dati, a livello provinciale il quadro è estremamente diversificato. Ad esempio, Rimini negli ultimi 5 anni ha fatto registrare una crescita esponenziale del valore delle partecipazioni (oltre il 600%) a seguito soprattutto dell’acquisizione del 28% del capitale di Rimini Fiere. Una incidenza molto alta delle partecipazioni, come si accennava sopra, si rinviene anche per le Camere di commercio di Bologna e Ravenna. Quest’ultima, con un saggio di incremento rispetto al 1999 del 30%, raccoglie il 40% degli investimenti in quote azionarie effettuato dal sistema camerale regionale. La Camera di commercio di Modena, invece, è quella che meno ricorre allo strumento delle partecipazioni nella propria politica di investimento, con valori in sensibile diminuzione rispetto a cinque anni fa. La forte contrazione trova spiegazione principalmente nell’uscita dal capitale di Autostrade del Brennero. Sulla base dell’attività svolta dall’impresa partecipata è possibile operare una prima distinzione tra investimenti di sviluppo del territorio (che incorporano infrastrutture e marketing territoriale) e investimenti in servizi (che conteggiano le partecipazioni in ricerca, formazione e consulenza). Un primo confronto con la suddivisione nazionale delle partecipazioni per tipologia mette in luce un mix di aree assai diverso rispetto al dato medio nazionale. Infatti, il 45% delle risorse investite trova impiego in società operanti nel marketing territoriale (a livello nazionale siamo al 71%), il 38% è destinato alle infrastrutture (21% in la quota nazionale) mentre il 17% va al rafforzamento dell’area servizi (8% in Italia). Complessivamente, in Emilia-Romagna partecipazioni per oltre 60 milioni riguardano lo sviluppo del territorio con picchi superiori all’80% a Bologna (aeroporto e fiera sono le società partecipate con i valori più rilevanti), Piacenza (Soprae, società di promozione attività economiche) e Rimini (fiera). Da parte sua la Camera di commercio di Reggio Emilia presenta una distribuzione delle partecipazioni maggiormente rivolta ai servizi, percentuale giustificata dalla forte incidenza dell’investimento effettuato nell’Ifoa. In termini di numerosità la Camera di commercio di Parma è quella che presenta una diversificazione maggiore, con oltre 31 partecipazioni.

L’importanza di una partecipazione, oltre che dal valore assoluto dell’investimento, può essere misurata dalla quota di capitale posseduto. Nel 2004 sei partecipazioni erano di controllo, cioè superiori al 50 per cento: Quatto di esse – Ifoa, Aeroporto di Bologna, Imebep (centro collaudo casse mobili di Piacenza) e Parma alimentare – erano già controllate nel 1999. A esse si sono aggiunte Unioncamere servizi e consorzio pesca Igp. Le società collegate, nelle quali le Cdc detengono una quota influente, superiore al 20%, sono 26. In cinque di esse vi è la partecipazione di più Camere, nelle restanti la quota di collegamento è detenuta da una sola Camera di commercio.

GIORGIO COSTA

g.costa@ilsole24ore.com


I numeri. Sono 219 le partecipazioni delle Camere di commercio provinciali (e di Unioncamere regionale) in 112 società; il tutto per un importo di 73,2 milioni, pari ai prezzi di acquisto delle partecipazioni e non certo al loro valore venale. La quota delle partecipazioni nel 2004 delle Camere emiliano-romagnole vale circa il 14% degli investimenti del sistema camerale nazionale.

In cassaforte
Valore delle partecipazioni suddivise per area di attività delle società partecipate. Dati 2004 (in euro)

Newsletter