Rassegna stampa

Torino e le fiere “Miniera d’oro”

Le fiere possono trasformarsi in una miniera d´oro per Torino? La risposta è “sì”, soprattutto se si riuscirà a puntare su saloni di richiamo, che riescano a muovere espositori, operatori e visitatori fuori dal bacino locale. Un esempio è il Salone del Vino, che si è chiuso domenica, e che ha portato al Lingotto un pubblico consistente, 44.256 visitatori, e 1.121 espositori, di cui il 48 per cento fuori Piemonte. Evento che, partendo da un giro di affari di cinque milioni, ha generato effetti economici per circa 16 milioni di euro. Solo per gli allestimenti e servizi la fiera ha mosso un indotto di un milione e 400 mila euro. Il pubblico che ha girato gli stand ha speso in quattro giorni un milione e 600 mila euro. Gli addetti dei 350 stand hanno pagato 420 mila euro in alberghi e 14 mila euro per breakfast e spese personali. Per giornalisti, operatori, buyer e tecnici i numeri sono ancora più alti: 664 mila euro. Cifre che si ottengono utilizzando i moltiplicatori economici del settore fieristico, definiti dal Cermes dell´Università Bocconi di Milano, e quelli del comparto turistico. «Si calcola – spiega Marco Zanoni, responsabile marketing di Promotor International – che un decimo di quello che spendono operatori e visitatori va all´organizzazione del salone, il resto ricade fuori, indotto, servizi, pubblici esercizi, alberghi. Effetto che si genera quando si tratta di fiere che hanno un bacino ampio, come il Salone del Vino o Restructura». Applicando gli stessi moltiplicatori a quest´ultimo evento, che nel 2004 ha attirato al Lingotto 44.256 persone, si calcola un indotto per gli allestimenti, moltiplicando gli spazi espositivi per 30 euro, di 1 milione e 163 mila euro. Il pubblico ha speso, tra pasti, acquisti vari e trasporti, circa 2 milioni e 690 mila euro. Per manifestazioni di richiamo maggiore, come la Fiera del Libro o il Salone del Gusto, non organizzate da Promotor International, i numeri sono ancora più alti, soprattutto sul fronte dei visitatori, più di 228 mila, che spendendo in media 40 euro a testa, hanno prodotto un indotto di oltre 9 milioni. Si deve poi aggiungere la ricaduta sul settore allestimenti e servizi, pari a 1 milione e 380 mila euro. Cifre leggermente più basse per il Salone del Gusto, promosso da Slow Food e con un appeal nazionale ed internazionale di un certo peso. Nell´edizione di ottobre si sono contati 140 mila passaggi al Lingotto, il che vuol dire un flusso di 5 milioni e 600 mila euro di spesa extra evento. «Anche eventi più professionali come Expoferroviaria – aggiunge Zanoni – sono manifestazioni non per il grande pubblico ma con un target di operatori e un incoming che generano ritorno».

Newsletter