
«Promozione in ordine sparso»
MILANO – «Le fiere italiane all’estero scontano anni di inesperienza. Siamo in ritardo rispetto a tedeschi e francesi e dobbiamo assolutamente migliorare: queste fiere sono indispensabili perché toccano quella parte del mercato che non si sposta in giro per il mondo».
Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, una lunga esperienza nella gestione di fiere di successo, punta il dito contro la promozione all’estero del made in Italy.
È un problema di risorse insufficienti?
Abbiamo una cornucopia di fondi per la promozione. Ma sono mal coordinati e mal gestiti. È un errore ciclopico muoversi in ordine sparso: le Regioni, le Camere di commercio e così via. Per gli stranieri l’Italia è una sola. Finiamola di andare in giro con mille iniziative mal collegate.
Che ruolo possono avere le fiere oggi?
Un ruolo importante che va molto oltre il fatto espositivo. Sono lo specchio del sistema industriale: se funzionano, se riescono a rappresentarlo vuol dire che questo sistema produttivo è ancora forte. Non è un caso se il Salone dell’auto a Torino non c’è più e lo Smau è in declino. A Firenze, Pitti ha un ruolo commerciale, di promozione e anche di comparazione, vista la presenza di tanti operatori.
A Milano prenderà il via la Fiera unica del tessile. Lei partecipa a questa iniziativa?
Mi è stato chiesto di fare un lavoro di coordinamento per due stagioni, questa e la prossima. È un impegno a livello personale, non rappresento alcuna istituzione.
Pensa che prima o poi aderirà anche Prato?
Metà degli industriali partecipano già alla prossima edizione.