
Trento Fiere, la strategia del rilancio
TRENTO. Una decina di manifestazioni all’anno ed un attento controllo delle spese. Sono i due impegni assunti da Claudio Facchinelli, presidente di Trento Fiere spa, per affrancare l’attività espositiva dalla situazione di strutturale deficit in cui sinora è vissuta. Impegni che, con la prossima incorporazione di Trento Expo, vedranno la società direttamente responsabile della gestione degli appuntamenti.
Le prospettive sull’andamento dell’anno sono state fatte ieri nel corso dell’assemblea annuale di Trento Fiere che ha chiuso il bilancio dell’esercizio 2004 con un utile lordo dell’attività ordinaria di 125.200 euro, risultati da ricavi e proventi per 464.500 euro e costi complessivi per 393.300 euro. A questo dati, ha spiegato Facchineli, vanno aggiunti sia l’ammortamento degli immobili (i due piani ristrutturati ed i nuovi uffici) per 180.500 euro e 140.700 euro per la svalutazione della partecipazione in Trento Expo assunta lo scorso anno. Si tratta della somma versata per ripianarne il deficit e divenirne il socio unico. Una vicenda che si concluderà con l’incorporazione, decisa ieri nella parte straordinaria dell’assemblea, dell’erede del Cte.
Se con ciò finalmente si chiude una fase economicamente problematica dell’attività fieristica, ora sarà compito di Facchinelli e del suo staff organizzare manifestazioni e, soprtutto, non gravare sui soci con deficit da ripianare periodicamente.
«Terremo i costi sotto costante controllo» ha promesso Facchinelli «ed anche per questa ragione, nel preparare i futuri calendari, prenderemo in esame manifestazioni che garantiscano un minimo di ritorno economico. La stagione delle bancarelle “gratuite” in piazza va considerata chiusa. Dobbiamo pensare solamente ad appuntamenti qualificati. Del resto abbiamo potuto constatare come la politica dell’ “hard discount” fieristico alla fine svaluta proprio i produttori ed i prodotti tipici che vorrebbe valorizzare». Il messaggio, apprezzato dai soci, è che l’attività espositiva, pur senza rinunciare alla sua componente promozionale, non può ritenersi “semigratuita”, scaricando di fatto i costi sulla comunità con le periodiche erogazioni pubbliche cui sono stati costretti Comune, Provincia e soci.