Rassegna stampa

Fiera international, il ritorno di Turcato

Secondo: nel cda entrerà un esponente del World Gold Council, che proprio in queste ore ha ultimato l’adesione a “Vicenza fiera international” in cui entrerà con il 5% del capitale azionario (il 51% è dell’Ente Fiera, il 10% ciascuno di Provincia, Camera di commercio, Comune capoluogo e Banca popolare di Vicenza, e il restante 4% è delle categorie economiche vicentine). Non ci sono ancora certezze sul nome del consigliere, ma nei corridoi viene indicata come probabile la cheaf executive italiana Daniela Invernizzi. Infine la terza novità: come volevano le voci di corridoio da mesi, consigliere delegato di “Vicenza fiera international” sarà Andrea Turcato, fino a pochi mesi fa segretario generale e riconosciuto ‘motore principale’ della Fiera di Vicenza. Il consiglio di amministrazione infine sarà completato da Giordano Malfermo, consigliere della Fiera e assessore della Camera di commercio per l’internazionalizzazione, e da Franco Miranda, ex presidente degli artigiani e indicato dalla Banca popolare. Centrato un primo obiettivo, la nascita della spa per l’estero, la Fiera si trova sul tavolo la questione delle strutture. Il piano finanziario con l’ipotesi di ristrutturazione-ampliamento della Fiera dov’è adesso oppure la costruzione di un nuovo quartiere fieristico a Vicenza est, a S. Pietro Intrigogna è stato consegnato ai tre enti pubblici proprietari (Provincia, Comune e Camera di commercio), che ora lo stanno vagliando. Stando alle indiscrezioni della vigilia, costruire a Vicenza est una nuova Fiera da 60 mila metri quadri circa (cioè come quella attuale, ma mille volte più funzionale) verrebbe a costare circa 100 milioni di euro, compreso l’acquisto dei terreni e la costruzione dei parcheggi necessari, che però potrebbero essere affidati ai privati con un project financing. Viceversa, la ristrutturazione-ampliamento della Fiera attuale costerebbe circa 59 milioni di euro. Se la nuova Fiera venisse però costruita vendendo quella attuale, i tre enti potrebbero contare su incassi per circa 22-23 milioni di euro, riducendo quindi di molto la differenza tra un’ipotesi e l’altra. Se questo è il grande dilemma, per ora c’è da risolvere l’ordine operativo dato con urgenza dai tre enti: costruire spazi nuovi espositivi per circa 5 mila metri quadri. È stato rinviato a lunedì il confronto tra il presidente Ziche e il presidente dell’Immobiliare Fiera, Gildo Vescovi, ma Ziche conferma che l’obiettivo primo è «trovare una soluzione immediata per questo ampliamento, perché ci sono ancora liste di attesa di espositori e occorre dar loro una risposta». Come noto, le ipotesi sono diverse: o sfruttare il triangolo del terreno a nord della Fiera, lungo via dell’Oreficeria, però lì si riesce a ricavare 5 mila metri quadri solo costruendo il nuovo padiglione su due piani, oppure sfruttare anche l’ex area Baggio, sul lato su del Centro congressi. Quanto alla scelta tra le due maxi-ipotesi, Ziche sottolinea che «la costruzione della nuova Fiera risulterebbe di certo più funzionale e congeniale rispetto all’attuale configurazione di un quartiere fatto per pezzi aggiunti via via. Però mettendo mani alla sede attuale c’è il vantaggio di poter avere spazi nuovi in brevissimo tempo. Sarà la giunta della Fiera a valutare le ipotesi, assieme all’Immobiliare». Anche la giunta della Camera di commercio, spiega il presidente Dino Menarin, incontrerà Vescovi e i suoi tecnici alla prossima seduta «per approfondire il piano finanziario, che mi pare fatto bene per la valutazione con cognizione di causa di entrambe le ipotesi sul piatto. L’Immobiliare ha svolto bene il suo compito: ora, concordo con la presidente Dal Lago, spetta ai soci decidere e stabilire se c’è la volontà-coraggio-opportunità di procedere con la costruzione di una nuova Fiera, oppure se si punta ad intervenire per stadi nella sede attuale. E intanto occorre comunque agire in fretta per provvedere a costruire gli spazi in più che servono ora».

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