Rassegna stampa

Smau Sicilia, bilancio deludente

Con il distretto hi-tech della cosiddetta Etna Valley e la sua antica università, Catania si candida a diventare un polo d’attrazione per l’insediamento di imprese ad alto contenuto tecnologico e a formare il capitale umano della sponda Sud del Mediterraneo.

In questa prospettiva si colloca anche l’edizione siciliana di Smau, che si è svolta nel capoluogo etneo dal 14 al 16 di novembre: «Smau Sicilia – spiega Raffaele Lombardo, presidente della Provincia di Catania – si pone all’attenzione delle istituzioni, delle imprese, del mondo del lavoro e della scuola come l’occasione di non scegliere di esportare cervelli o manodopera, bensì di proporre la Provincia di Catania e la Sicilia come laboratori permanenti di ricerca, formazione e sviluppo per i Paesi del Mediterraneo capaci di valorizzare le risorse umane».

Prossima edizione. L’edizione 2004 sarà pertanto focalizzata sui temi della cooperazione per lo sviluppo della regione del Mediterraneo. Una prospettiva che piace molto anche al presidente di Smau, Antonio Emmanueli: «É una scelta difficile ma strategica – dice – malgrado i tassi di crescita rallentati e l’inversione di tendenza dopo ben otto anni di positività, la Sicilia va avanti e investe. E guardare avanti significa anche guardare ai Paesi del Mediterraneo, collaborare con loro, dare corpo a una prospettiva di crescita che deva far leva sull’Ict e sulla formazione avanzata».

Il bilancio. Buoni propositi, questi, che devono però fare i conti con l’edizione 2003 piuttosto deludente. L’aumento del numero degli espositori (210 contro i 140 del 2002) e della superficie occupata dagli operatori (7.500 metri quadri contro i 5mila del 2002) non bastano a coprire le assenze dei grandi player dell’Ict (se si escludono Ibm e Microsoft), soprattutto della catanese StMicroelectronics. Il nubifragio alla vigilia dell’inaugurazione non può giustificare la scarsità di idee, se si esclude Smau Ilp, dedicato ai videogiochi, che ha attratto soprattutto i ragazzi. Si spiega così il calo non consistente, ma preoccupante, del numero dei visitatori (37mila contro i 38.500 del 2002).

«Da una nostra indagine, però – commenta Emmanueli – risulta che il 70% degli espositori vuole tornare nel 2004. Certo, le difficoltà ci sono state».

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