
Quante professionalità in mostra
Allestire una fiera è un lavoro complesso. Presuppone una molteplicità di competenze che è difficile trovare in un unico professionista.
Per mettere a punto un evento, uno stand o una rassegna serve, infatti, preparazione in ambito logistico, capacità di gestire budget elevati, tempistica, conoscenza di istituzioni e associazioni di settore e, soprattutto, una perfetta padronanza degli strumenti di marketing che rendono vincente la partecipazione a una fiera.
Le figure coinvolte in questo processo sono numerose, ma una mappa precisa delle professioni ancora non esiste. «La stiamo elaborando – dichiara Emanuele Scotti, della società di ricerca Mete – e sarà pronta per i primi mesi del 2004. Servirà a comprendere meglio le dinamiche di lavoro e le figure emergenti in questo ambito».
Costruita con gli stessi principi che il Ministero del Welfare ha suggerito a Italia Lavoro per la realizzazione della Banca del Lavoro, la rilevazione andrà a combinarsi con quest’ultima per favorire la reperibilità di risorse esperte nel mondo fieristico anche attraverso Internet. In attesa di questo spaccato, l’attenzione alla formazione e alla creazione di figure esperte non deve, comunque, venire meno. Piergiacomo Ferrari, presidente Aefi e amministratore delegato di Fiera Milano, in occasione del lancio dell’Accademia di Management Fieristico, ha ricordato questa necessità. «Le fiere oggi – spiega – sono aziende che vanno gestite con un approccio moderno e uno staff composito, che sappia affrontare la sfida della complessità». Realizzare una fiera comporta, infatti, momenti produttivi che richiedono ciascuno una preparazione specifica.
Per Ferrari serve un approccio «da fabbrica» per allestire le aree espositive, ma anche esperienza in qualità di consulenti e comunicatori oltre a capacità di interazione nell’incontro diretto con il pubblico. «Tutti questi ambiti – aggiunge il manager – stanno subendo forti trasformazioni ed è necessario comprendere quali leve sfruttare per tenere il passo del cambiamento». Secondo la Fondazione Fiera Milano la prima mossa da fare è formare nuovi dirigenti. In vista c’è, infatti, la gestione del nuovo polo fieristico di Rho-Pero che sarà ultimato nel 2005. L’investimento di 750 milioni euro permetterà sia la trasformazione della vecchia area metropolitana della Fiera di Milano (ribattezzata «Polo urbano» della Fiera di Milano) sia la fioritura di un «Nuovo Polo» che guiderà il rinnovamento dell’intero panorama fieristico italiano.
Le due aree insieme copriranno 716.000 metri quadri di pavimento. Ma ciò che toccherà più da vicino il territorio lombardo sarà la creazione di nuovi posti di lavoro. Stando alle stime di Lanfranco Senn, professore di economia regionale dell’Università Bocconi, soltanto in fase di costruzione il progetto della nuova Fiera impiegherà ottomila persone. Una volta entrato a regime, invece, vedrà occupate quasi 43mila unità. Le ricadute economiche saranno dirette, per un valore di 1,9 miliardi di euro, nei servizi espositivi e alla persona, e indirette, per 2,4 miliardi di euro, in quasi tutti i settori produttivi (con maggiori vantaggi alberghi, servizi alle imprese e manifatture). Benefici consistenti riguarderanno anche l’indotto. Oltre all’impatto sul valore medio degli immobili della zona del Rhodense (cresciuto in media del 20% nel triennio 2000-2003), il Nuovo Polo rappresenterà una occasione d’oro per le risorse impegnate nell’amministrazione, promozione e creazione di eventi collaterali.
Secondo l’istituto di ricerche Il Poliedro, le figure professionali chiamate a rispondere di questa trasformazione saranno 35 differenti soltanto nell’organizzazione diretta: si va dai dirigenti ai tecnici, dai designer, progettisti o architetti, agli specialisti dell’area marketing, dagli addetti amministrativi agli agenti di commercio. Nasceranno anche nuove figure lavorative, con competenze trasversali, in particolare nel rapporto con le nuove tecnologie e i mercati esteri. Crescerà il comparto del facility management (vigilanti, interpreti, hostess, installatori ecc.), spesso gestito in outsourcing e le professioni nell’indotto, sia diretto (agenti di viaggio, event manager ecc.) sia diffuso, nei trasporti, nell’entertainment e nei servizi. Dal parcheggiatore al benzinaio, dal parrucchiere al farmacista: la rivoluzione all’insegna del progetto lombardo toccherà da vicino molti impieghi. La filiera del comparto fieristico sposterà il suo baricentro fuori da Milano, aprendosi ancora di più all’intero territorio nazionale. Per il capitale umano italiano sarà certamente una occasione per «mettersi in mostra».