
«Pronti a vendere il 60%»
É partito questa settimana, con l’avvio della manifestazione di interessi, il processo di privatizzazione per PadovaFiere. «Una privatizzazione sostanziale», sottolineano in via Tommaseo, che si concluderà entro la primavera.
«Il nuovo assetto di PadovaFiere sarà innovativo nel panorama italiano – dice il presidente Ferruccio Macola – Il processo di privatizzazione, che può considerarsi ultimato, prevede la cessione ai privati del 60% del capitale: il polo fieristico padovano sarà il primo in Italia a vivere sulla concorrenza e sul mercato reale. É un passaggio molto complesso, ma ormai assolutamente indispensabile». «Ora PadovaFiere si presenta come un soggetto anomalo nel mercato delle fiere e inevitabilmente cambia tutti gli equilibri – aggiunge Macola – L’ingresso di nuovi soci darà una spinta propulsiva alla competitività del nostro sistema, grazie all’afflusso di nuovi investimenti». L’iter verso la privatizzazione ha subito un rallentamento, che Macola attribuisce al peso dell’operazione e che Gianfranco Chiesa, presidente della Camera di Commercio (socio della fiera), minimizza: «Gli enti pubblici nel CdA hanno voluto muoversi con prudenza, ma alla fine abbiamo raggiunto questo risultato in tempi ragionevoli».
E effettivamente Padova, pur dovendo superare alcuni ostacoli, rimane apripista in Veneto sul fronte della privatizzazione. Perché Venezia ha realizzato la trasformazione in Spa a maggio del 2003, Vicenza e Verona stanno procedendo nella stessa direzione, ma in nessun caso si parla di un progetto strutturato per la cessione di quote rilevanti ai privati.
Per Veneziafiere «è previsto un secondo aumento di capitale a gennaio – riferisce il presidente Lorenzo Marinese – in occasione del quale entreranno nella compagine sociale autorevoli imprenditori, non solo veneti. É auspicabile che altri enti fieristici del Veneto colgano l’occasione per condividere lo sviluppo della società».
Per Veronafiere «con il varo del nuovo piano industriale – rileva il presidente Luigi Castelletti – si è chiuso il processo di preparazione per la trasformazione in Spa avviato a luglio 2003 con l’approvazione della bozza dello Statuto da parte dei soci». Ma a una privatizzazione non si pensa. A Vicenza la trasformazione in Spa dell’ente di gestione è legata a un arbitrato che stabilirà il riconoscimento o meno di una quota ai fondatori privati (Assindustria, Ascom e Confartigianato vicentina). La privatizzazione è «un problema che non ci siamo posti – precisa Manuela Dal Lago, presidente della Provincia e della Fiera – e le difficoltà dell’economia inducono a rivalutare il ruolo degli enti pubblici». Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Enrico Hullweck: «Alla privatizzazione penseremo una volta consolidata l’attuale azione di sviluppo».