Rassegna stampa

Un’Expo ancora in tono dimesso

Segna ancora burrasca il barometro dell’industria tessile pratese all’apertura, domani 19 febbraio, della 51esima edizione di Prato Expo, la fiera che presenta le collezioni di tessuti per la primavera-estate 2005, organizzata dal consorzio Pratotrade (riunisce 150 aziende tessili del distretto pratese). Nei padiglioni della Fortezza da Basso, fino a venerdì, esporranno 102 aziende di cui 86 pratesi e il resto provenienti dai distretti comasco e veneti e da alcuni Paesi europei. Rispetto all’edizione primaverile dell’anno scorso gli espositori sono dimagriti (erano 140). «La difficile situazione di mercato spinge le aziende a razionalizzare al massimo i costi – spiega Vincenzo Pagano, direttore di Pratotrade – e così anche le fiere subiscono l’andamento congiunturale». A questo va aggiunto il fatto che le collezioni primavera-estate sono quelle meno appetibili per l’industria pratese, tradizionalmente orientata all’autunno-inverno».
Sulla defezione di qualche azienda, soprattutto del Nord Italia, ha influito inoltre il cambio di date di Prato Expo, che quest’anno torna a precedere di pochi giorni la rassegna parigina Premiére Vision: visti i tempi troppo stretti per partecipare a entrambe le fiere, alcune aziende hanno scelto quella francese, grande vetrina per la clientela internazionale. E proprio con l’intento di intercettare questa clientela in arrivo in Europa è stato deciso l’anticipo del 51esimo Prato Expo, dopo la deludente esperienza dell’anno scorso, quando il fatto di aver posizionato la fiera due settimane dopo Premiére Vision produsse l’assenza dei confezionisti stranieri. In ogni caso il problema delle date resta aperto. «É un lenzuolo corto, accomodi una cosa e ne manca un’altra», dice Pagano.
E aperto resta anche il dibattito sulla necessità di coordinare le date della fiera pratese con quelle delle altre rassegne tessili italiane, a partire dalla milanese Moda In. I tentativi di concentrare gli appuntamenti in un’unica settimana, fatti in passato, dovrebbero riprendere fiato a partire dal 2005. «L’obiettivo è esaltare le specificità del tessile italiano – conclude Pagano – e offrire al cliente che viene in Italia la possibilità di partecipare a tutte le fiere». Intanto gli industriali pratesi sperano nella partecipazione a Prato Expo, non tanto sul fronte dei numeri (un anno fa ci furono 5mila compratori) quanto su quello della qualità dei visitatori.

Newsletter