
«Non ci sarà la possibilità di assegnazioni multiple»
Luigi Roth, presidente della Fondazione Fiera di Milano, non nasconde la soddisfazione per il lavoro fatto fino a oggi e proprio in queste settimane è alla prese con l’esame dei progetti consegnati il 31 marzo scorso. «La soddisfazione maggiore sta nel fatto che tutte le parti coinvolte – ci spiega – hanno dimostrato un forte rispetto per i principi e il metodo che noi avevamo indicato».
Perché è così importante?
Stiamo parlando di un intervento che tocca la storia di una città perché, come altri di così vaste dimensioni, incide sul contesto urbano. E questo è stato storicamente vero per la Fiera. Ma soprattutto è forte il suo impatto sulla cittadinanza, senza tralasciare l’indotto. Con questa trasformazione è il concetto stesso di città che cambia, di una città che si appresta a diventare una megalopoli policentrica. E una volta riqualificato, questo spazio consentirà a Milano di diventare uno dei casi di eccellenza in Europa e di affermarsi con un segno riconoscibile nel mondo.
Lei prima accennava anche al metodo. A che cosa si riferiva in particolare?
Mi riferivo al fatto che al progetto e a tutto quello che ne comporta, quindi alla sua finalità (uno spazio fortemente integrato e allo stesso tempo aperto alla città e fruibile dalla cittadinanza) è stata data assoluta priorità con un impegno anche alla buona esecuzione, sulla quale peraltro continueremo a vigilare fino a lavoro ultimato. La parte dell’offerta economica viene poi, anche se ha la sua importanza perché servirà a finanziare il nuovo polo fieristico di Rho-Pero.
Che cosa vorrebbe che non mancasse?
Non mi pongo questo problema perché nel predisporre le linee guida siamo stati molto attenti a dare indicazioni precise (pensi alla destinazione al parco urbano e a spazi pubblici per almeno il 50% dell’area trasformata) e chi ha partecipato alla gara le ha necessariamente dovute rispettare, pena l’esclusione. Cosa vi aspettate da questo progetto?
Il risultato che vorremmo ottenere, operando con trasparenza e al servizio della collettività, è quello di poter vedere tra qualche anno una Milano rinnovata e più bella e con un quartiere aperto e vivo ogni giorno.
Secondo alcuni il vincitore c’è già e alcune cordate si sarebbero già accordate pur di partecipare…
Sul primo punto si sta lavorando e la fase di esame non è ancora conclusa, ma rispetteremo la scadenza del 31 luglio: solo allora ci sarà la nomina del vincitore. Sul secondo aspetto posso solo dirle che ad aggiudicarsi la gara sarà un solo progetto e quindi se una o più cordate perdenti decidono di partecipare vuol dire che rinunciano al proprio progetto.