Rassegna stampa

Fiere privatizzate, adesso tocca a Parma e Padova

Scoppia la voglia di privati per le fiere. L’Italia è oggi il secondo mercato in Europa per dimensioni, dopo la Germania e negli ultimi anni mostre ed eventi si sono moltiplicate. Oggi le fiere muovono in giro d’affari, in base alle stime di Kpmg, di circa 600 milioni di euro e gli enti pubblici stanno aprendo il capitale ad altri soci: di fatto il business assomiglia più a un oligopolio dove ciascuna Fiera ha cercato una propria nicchia. Una manciata di grandi manifestazioni annuali garantisce, infatti, bilanci blindati. Così le prime quattro fiere italiane, Milano (si veda articolo in pagina), Bologna, Rimini e Verona, fanno leva rispettivamente su Smau, Bit e sul mobile; sul Motorshow; sull’intrattenimento e sul cibo; sull’agroalimentare (Vinitaly). Il fermento nasconde, però, anche le difficoltà di un mercato affetto dai primi sintomi di ipertrofia. «In Italia oggi l’offerta sta superando la domanda e i ricavi in alcuni casi si stanno contraendo – nota un operatore – per cui le varie privatizzazioni si possono leggere anche come il segnale della difficoltà a chiudere in nero i bilanci». Per ora, però, è il risiko che tiene banco e a entrare nel capitale sono spesso gli stessi enti organizzatori delle varie manifestazioni. Di recente Fiera di Bologna, la seconda d’Italia con ricavi a 73 milioni e un utile 2,9 milioni – ma la più redditizia è la Fiera di Verona con profitti a 5 milioni, il 10% dei ricavi – ha concluso un aumento di capitale che ha sancito l’ingresso di privati, con una presenza non secondaria delle banche: Fondazione Carisbo, Carimonte e Popolare Emilia Romagna hanno un complessivo 6%. Nella compagine azionaria sono entrate in totale nove associazioni tra cui Finanziaria Bologna Metropolitana e Assindustria di Bologna. Ha concluso la privatizzazione anche Fiera di Rimini – che nel 2003 ha visto scendere i ricavi ma chiudere in utile (2,2 milioni), per la prima volta dopo due anni – in cui hanno fatto ingresso Banca Opi, la merchant bank del Gruppo SanPaolo, che risulta anche tra le banche creditrici della Fiera (per 30 milioni), e il gruppo Impregilo. Dalle parti della Riviera il progetto cui molti tengono è quello di creare un polo fieristico emiliano. Tanto più che anche per la stessa Fiera di Parma (19 milioni di ricavi nel 2003 e utili per un milione), è iniziato un iter di privatizzazione. In questo caso, però, i soci pubblici, la provincia e il Comune di Parma, metteranno in vendita solo una quota di minoranza, il 10%, per la quale si è fatta avanti una newco capeggiata da Assindustria di Parma e da un pool di banche locali, tra cui compaiono CariParma (Banca Intesa) e ancora la PopEmilia.

Tra l’altro già adesso alcuni azionisti comuni legano Bologna e Rimini: tra i soci di entrambe figurano la Promotor di Alfredo Cazzola (entrato anche nel board di Bologna), l’ente cui fa capo il Motor Show, e Assimpresa, associazione di artigiani. Un’altra sponda è quella del mondo della lega delle cooperative, che sembra molto interessata al business fieristico: in FieraRimini ha acquisito una quota (0,19%) la LegaCoop di Rimini, mentre a Bologna figurano tra gli azionisti, col 4,4%, la LegaCoop Emilia Romagna e anche Unipol Merchant, la finanziaria della compagnia assicurativa delle Coop.

La prossima ad andare all’asta, poi, sarà Padova Fiere. A metà giugno arriveranno le manifestazioni d’interesse per il 60% della società a capitale pubblico. Rispetto ai grandi player nazionali Padova è un polo secondario (fattura 18 milioni, ma ne perde 1,7) la cui maggioranza viene valutata 21 milioni: tra i potenziali pretendenti ci sarebbero la stessa Fiera di Rimini, principale concorrente di Padova, e la Abm, la banca d’affari di Alberto Rigotti, azionista dell’autostrada Serenissima. In lizza anche gestori stranieri francesi e tedeschi. A differenza delle altre Padova, che vede in pista Ernst&Young e lo studio legale Chiomenti come advisor dell’operazione, vuole un solo compratore per la quota di maggioranza e questo sta portando alla costituzione di alcune cordate.

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