
La privatizzazione aiuta a potenziare le quattro Fiere
Per le Fiere dell’Emilia Romagna il 2004 è stato l’anno delle privatizzazioni. Così come espressamente previsto da una legge regionale tutti i quattro enti fieristici, Piacenza, Parma, Bologna e Rimini, hanno proceduto ad aprire le porte a nuovi soci privati.
In questa direzione la svolta più importante è stata compiuta da Bologna che da maggio è la prima Fiera italiana a maggioranza privata e ora guarda alla Borsa. I soci pubblici sono scesi al 43,1% del capitale lasciando ai partner privati, tra cui imprese, banche, operatori del settore, il restante 56,9%.
Dalla privatizzazione BolognaFiere ha ricavato 25,5 milioni di euro che verranno impiegati per incrementare ulteriormente il grado di competitività del polo espositivo. L’obiettivo è quello di fronteggiare sempre meglio la concorrenza non solo nazionale, con il temibile avvio del nuovo polo espositivo milanese, ma anche internazionale.
Il programma di sviluppo delineato dal presidente di BolognaFiere Luca di Montezemolo è ambizioso e prevede numerose iniziative per il potenziamento dell’offerta, per l’ampliamento infrastrutturale e per l’internazionalizzazione. Tra gli interventi l’adeguamento della viabilità nell’area del quartiere fieristico, con nuovi parcheggi e una nuova uscita dedicata dal raccordo autostradale tra A1 e A14.
Seconda per importanza tra i poli espositivi emiliani, la Fiera di Rimini ha già concluso la prima fase della privatizzazione e la prossima assemblea dei soci nominerà il nuovo consiglio di amministrazione. I privati in questo caso sono ancora in minoranza e hanno acquisito circa il 20% del capitale sociale, investendo complessivamente 26 milioni di euro. «Investiremo queste risorse, in parte per finanziare gli interventi di ulteriore ampliamento del quartiere fieristico e in parte per espandere la nostra attività istituzionale verso nuovi mercati, come Cina, Russia e Brasile», afferma il presidente della Fiera di Rimini, Lorenzo Cagnoni. Il processo di privatizzazione del polo espositivo romagnolo continuerà. In previsione vi sono un incremento della quota in mano ai privati e lo sbarco a Piazza Affari.
La Fiera di Parma completerà entro l’estate la prima fase del processo di privatizzazione che prevede l’assegnazione del 10% del capitale sociale a una cordata di imprenditori e di istituti di credito locali. A settembre verranno nominati un nuovo presidente e il nuovo consiglio di amministrazione.
Infine Piacenza, il più piccolo dei vecchi enti fieristici regionali, si è trasformata in società per azioni e ha avviato l’iter per l’ingresso di privati nel capitale sociale.