Rassegna stampa

A passi lenti verso la Spa

La Fiera del Levante non si affanna verso la privatizzazione. Nonostante gli uffici dell’ente barese lavorino al progetto di trasformazione in Spa, gli enti fondatori (Provincia, Comune e Camera di commercio di Bari, i cui vertici sono stati rinnovati con le elezioni di giugno) non hanno ancora avviato i confronti interni sull’argomento.
É prevedibile, quindi, che la scadenza del 30 marzo 2005, stabilita dalla Finanziaria 2003, non venga rispettata. Anche se dalla ripartizione Attività economiche della Regione Puglia si fa sapere che con la prossima manovra è attesa una proroga che aiuterebbe la stessa Regione, in ritardo nell’approvazione della legge di recepimento della nomativa quadro nazionale 7/2001 sugli enti fieristici.
Nel dubbio la Fiera, in attuazione della legge quadro, ha comunque completato le pratiche di accatastamento dei beni e ha avviato la perizia per una valutazione economica che dovrebbe aggirarsi sui 52 milioni. Valutazione di massima indicata dal presidente della Fiera, Luigi Lobuono, sicuro di poter consegnare a Provincia, Comune e Camera di commercio il progetto di trasformazione entro ottobre o novembre. “Poi – dice Luobuono – toccherà ai fondatori assumere le delibere di indirizzo sulla trasformazione in Spa, approvare un piano di rilancio e decidere della vera privatizzazione”.
Se la trasformazione in Spa non è in discussione (anche perché porterà notevoli vantaggi, tra cui sgravi fiscali e procedure di gestione più semplici), la messa sul mercato delle azioni sembra più lontana. “Le esperienze di privatizzazione degli altri enti fieristici – afferma il presidente della Camera di commercio, Antonio Laforgia – hanno dato ottimi risultati e ci incoraggiano verso questa scelta ma è ancora presto per definire le linee di indirizzo”. Lo stesso Lobuono non si sbilancia. “L’unica cosa su cui daremo il nostro orientamento – ha dichiarato il presidente della Fiera – è la distribuzione delle quote azionarie in vista della trasformazione, prevedendo che ogni ente detenga il 33% delle azioni. Certo, auspico che in futuro tra gli azionisti possa entrare la Regione, che ha un maggiore potenziale economico”.
In effetti una maggiore disponibilità finanziaria è la chiave di volta per realizzare il rilancio in grande stile della Fiera barese, che solo con il bilancio di esercizio relativo al 2003 è riuscita a chiudere in attivo, dopo dodici anni di conti in rosso. Con le 24 manifestazioni contenitore (tra cui la Campionaria di settembre e gli altri appuntamenti dedicati ad agroalimentare, tempo libero e abiti da sposa) organizzate nel 2003, la Fiera del Levante ha attirato sui suoi 300mila metri quadrati 4.120 espositori e 1,69 milioni di visitatori. Il fatturato è stato di 23,4 milioni e l’utile ante imposte di 1,28 milioni.
Rispetto al 2002 il valore di gestione è aumentato del 4,4%, ma si tratta di numeri ancora piccoli se paragonati, per esempio, alla Fiera di Verona, che nel 2003 ha organizzato 33 manifestazioni con circa 890.523 visitatori e 12.099 espositori in un quartiere fieristico di 283mila metri quadrati. Nel 2003 l’ente scaligero ha fatturato 53,13 milioni e ha registrato un utile ante imposte di 5,18 milioni. Forte di questi numeri, si avvia alla trasformazione in Spa, attesa entro la fine dell’anno.

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