Rassegna stampa

“Promotor punterà su Milano”

MILANO * Milano, e in futuro l’estero, per crescere in un mercato destinato alla selezione. Alfredo Cazzola, l’imprenditore che con Promotor international ha conquistato il vertice dell’industria fieristica italiana e che ha appena rilevato il 75% di Smau, spiega le sue nuove strategie.



Promotor pianifica nuovi investimenti dopo l’acquisizione di Smau?



Con quest’operazione siamo entrati nel polo fieristico di riferimento per il Paese. Abbiamo in cantiere altre iniziative: nelle prossime settimane finalizzeremo l’accordo con Fiera Milano (in cui, attraverso Smau, Promotor ha una quota inferiore al’1%, ndr) per dar vita dal 2006 a una nuova manifestazione fieristica dedicata alla meccanica. Abbiamo rilevato il 75% di Smau con un investimento al di sotto di 10 milioni e, dopo il Cda del 1^ ottobre e il rinnovo delle cariche, formalizzeremo la nostra offerta per rilevare anche il 25% ancora in mano ai vecchi soci.



Negli ultimi anni Smau ha dato segni di debolezza. Peraltro da quest’anno sbarca a Milano anche il Futurshow, l’altra grande manifestazione dedicata all’hi-tech. Qual è il piano di rilancio?



Dopo l’apice raggiunto nel 2000 la flessione di Smau è stata fisiologica, una naturale conseguenza della crisi della new economy. L’edizione del 2004 è alle porte, quindi i primi cambiamenti si vedranno dal 2005: faremo di Smau una città dell’innovazione, rivolta sia al mondo delle imprese sia ai consumatori, con una struttura più chiara e “leggibile” rispetto ad oggi. Tutto questo senza nessuna sovrapposizione o concorrenza con il Futurshow, che considero un “evento” più che un vero e proprio luogo di incontro per il mercato.



Promotor controlla anche il 100% di Lingotto Fiere, il 50% di Fiera Roma, il 4%
di Bologna Fiere e il 4,25% di Fiera Rimini: per primi vi siete lanciati nella privatizzazione del settore, un processo che toccherà anche Parma, Piacenza, Padova. Cosa accadrà adesso?



A parte Bologna, nel resto dei casi più che di vere privatizzazioni si deve parlare di trasformazione in società per azioni in cui la maggioranza resta pubblica. Il settore è al centro di un grande cambiamento, nel quale Promotor finora si è mossa lungo due direzioni: investimenti nella gestione di quartieri fieristici oppure nell’organizzazione e acquisizione di saloni. Nel primo caso non programmiamo ulteriori operazioni; nel secondo caso potremmo valutare eventuali buone opportunità.



Anche all’estero?



Tutti i principali operatori del settore si stanno dando da fare per portare in giro per il mondo marchi fieristici noti. Anche noi, consolidato il fronte interno, guarderemo all’estero, dove l’Est Europa è senz’altro una delle aree più promettenti. Abbiamo già avuto un’interessante richiesta per una collettiva di imprese italiane.



Qual è secondo lei il futuro del settore fieristico?



Si va inevitabilmente verso una drastica selezione. I grandi protagonisti resteranno Milano, Bologna, Verona e Rimini cui si aggiunge il nuovo quartiere romano. Per il resto c’è un grande bisogno di alleanze: tutti cercano partner e tutti vogliono essere il soggetto aggregante. Bologna e Rimini cresceranno da sole ancora per un po’, poi le loro strade potrebbero incrociarsi. Il grande polo di Milano e il piccolo quartiere di Torino saranno sempre più vicini, in ogni senso, quando entrerà in funzione l’Alta velocità.



Quali sono i target di Promotor?



Con il consolidamento di Fiera Roma (50%) e di Smau e la razionalizzazione societaria, alla chiusura d’esercizio del 30 giugno 2005 avremo un fatturato consolidato di 55 milioni di euro: l’obiettivo è un Mol al 20 per cento.

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