
Fiere, lite Ancona-Pesaro
Tra campanilismi e divisioni fra i singoli enti procede con difficoltà il processo di privatizzazione del sistema fieristico regionale che conta su una superficie espositiva di oltre 55mila metri quadrati, 39 eventi e 420mila visitatori stimati per il 2004. E lo scontro tra Pesaro e Ancona per la leadership regionale rischia di rallentare l’approvazione del Pdl di riforma dell’assetto fieristico che, appena licenziato dalla commissione Attività produttive, dovrebbe essere portato in Consiglio per il varo entro novembre.
“Tutti d’accordo sulla privatizzazione, purché avviata con cautela”, afferma Sandro Barcaglioni, presidente dell’Ente regionale per le manifestazioni fieristiche (Erf): “Il Pdl – prosegue – recepisce in buona parte le osservazioni tecniche sollevate in questi anni grazie anche ai rapporti con imprese, Università e istituzioni pubbliche. Oggi le Marche possiedono un sistema fieristico all’altezza delle potenzialità del territorio e dei distretti sempre più protesi verso l’internazionalizzazione”
Oggetto del progetto di legge è la privatizzazione dell’Erf: “Sarebbe opportuno procedere con gradualità – continua Barcaglioni – mentre il Pdl prevede l’immediata trasformazione societaria dell’ente in Spa con la contestuale uscita della Regione. L’ideale, invece, sarebbe l’istituzione di una Srl nella quale far confluire attori pubblici e privati. Dopo un periodo di rodaggio di due-tre anni, il passo successivo sarebbe quello della Spa”.
Sono due i quartieri fieristici nella regione gestiti dall’Erf (2,5 milioni di ricavi): il quartiere di Ancona – che ha una superficie espositiva di circa 12mila metri quadri, organizza 14 manifestazioni all’anno fra nazionali e internazionali, ed è visitata da poco più di 100mila visitatori – e quello di Civitanova Marche, 7.500 metri quadri di area espositiva che, entro breve (l’inizio lavori è previsto per la primavera 2005), vedrà il trasferimento nel nuovo quartiere fieristico da 10mila metri quadri, con possibilità di ulteriore espansione, vicino al casello autostradale. A questi si aggiunge Fiere di Pesaro Spa, società nata nel 1999, nella quale confluiscono enti pubblici e privati. Oltre alla privatizzazione dell’Erf, il Pdl prevede un riordino del sistema fieristico ricorrendo a un’unica cabina di regia. Aperta la diatriba su quale debba essere la capofila: se Ancona – cerniera fra il Sud e il Nord delle Marche, servita da un porto e da un aeroporto – oppure Pesaro, che ha a Campanara il quartiere fieristico più esteso fra i tre (36mila metri quadri, 11 fiere annuali sia nazionali che internazionali, un flusso di 220mila visitatori e un fatturato 2003 di circa 3,3 milioni di euro), ma in concorrenza diretta con Rimini, uno fra i più grandi quartieri fieristici d’Europa.
“Fino a oggi è totalmente mancato il coordinamento fra le realtà fieristiche regionali – commenta Alberto Drudi, consigliere delegato di Fiere di Pesaro Spa – e anche l’iter che ha portato alla stesura del Pdl dimostra che non c’è stata volontà nell’affrontare una regolamentazione per mettere ordine alla materia una volta per tutte. Gli enti Fiera devono funzionare come aziende private, con la differenza che la loro produzione di visibilità e promozione va in favore del sistema produttivo locale e del contesto sociale.
Grazie a questa gestione il bilancio sociale 2002 di Fiere Pesaro ha permesso di distribuire sul territorio pesarese 35 milioni di euro, con notevoli vantaggi per tutti gli attori economici della zona. Per questo è necessario far confluire le forze verso un unico soggetto, equamente diviso fra pubblico e privato, che gestisca in maniera ottimale e coordinata le fiere”.
Posizione che vede il pieno accordo del mondo imprenditoriale: “Necessario – sostiene Salvatore Giordano, direttore generale di Assindustria Pesaro-Urbino – mantenere ben distinti proprietà e gestione delle fiere. La regione ha il dovere di decidere in maniera chiara sul quadro della gestione: tuttavia, nel caso si dovesse andare verso una scelta esclusivamente pubblica, sarà difficile ottenere il pieno appoggio dei privati”.