Rassegna stampa

Ridimensionato il polo fieristico di Torino

Il polo fieristico torinese deve rassegnarsi a un ruolo di secondo piano: alle manifestazioni di nicchia o a quelle interregionali. Alfredo Cazzola, patron del Lingotto Fiere, è estremamente chiaro: “Le dimensioni delle strutture torinesi sono troppo piccole per ospitare grandi eventi; disponiamo di 25mila metri quadrati netti mentre il limite minimo per una grande fiera supera i 40mila metri quadrati”.
E anche il futuro utilizzo dell’Oval (la struttura, in fase di costruzione, che ospiterà alcune gare delle Olimpiadi invernali del 2006 prima di essere trasformata in un nuovo padiglione espositivo) non cambierà la situazione. “Per il momento – afferma Cazzola – nessuno si è degnato di fornirci informazioni tecniche precise sull’Oval. Noi pensiamo che si potranno aggiungere 10mila metri quadrati netti”. Sufficienti, secondo Cazzola, per garantire un’espansione della Fiera del Libro e del Salone del Gusto. Ma certo non per competere con la nuova Fiera di Milano che, a 100 chilometri, offrirà 200mila mq netti e 400mila lordi.
Dunque un ruolo marginale. Perché Torino non è l’unico centro fieristico in cui opera Cazzola con la sua Promotor International. E allora occorrerebbe che la città fosse molto più competitiva. Certo, Cazzola sostiene che il Lingotto dispone di buone attrezzature e che i futuri collegamenti ad alta velocità renderanno la città meno emarginata. Ma lo sviluppo del polo fieristico subalpino avrebbe dovuto avere il sostegno delle istituzioni e delle realtà economiche locali.

Invece nulla.
Le difficoltà della Fiat hanno portato a perdere tutte le manifestazioni di carattere motoristico: dai caravan ai veicoli industriali per arrivare alla rinuncia al Salone dell’auto. E i rapporti di Cazzola con il sistema politico torinese non sono stati idilliaci. Contrasti che hanno penalizzato la crescita. “Stiamo registrando segnali di interesse da parte degli enti locali, in vista di un loro ingresso nella proprietà” dichiara Cazzola. Ma aggiunge: “In realtà è più di un anno che registriamo segnali di questo tipo; peccato che al di là dei segnali non ci sia stato nulla di concreto”.
Nel frattempo il Lingotto Fiere va avanti per la propria, difficile, strada. Con nuove manifestazioni ogni anno. Non tutte, ovviamente, coronate da successo. Ma i piemontesi che si lamentano della gestione di Cazzola, penalizzano il Lingotto Fiere con comportamenti incomprensibili. Gli artigiani, ad esempio, hanno approfittato in minima parte degli ingenti finanziamenti regionali per abbattere i costi degli stand per Progetto & Arredo, quella che deve essere la vetrina dell’eccellenza artigiana. Intanto il Salone del vino diventerà biennale (alternandosi con il Salone del gusto) mentre a marzo si svolgerà la prima edizione di Infrastructura, decidato all’innovazione nelle infrastrutture e nella mobilità.

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