Rassegna stampa

Fiere, prove tecniche di sistema

Enti fieristici in evoluzione, nel Friuli-Venezia Giulia, con un occhio alla globalizzazione. Tramontata da tempo l’idea di un’unica struttura regionale con quattro sedi operative, l’assessore alle Attività produttive, Enrico Bertossi, ha promosso un’associazione tra gli enti per il coordinamento dei programmi e dei calendari. Sul piatto la Regione ha messo anche i primi 100mila euro di finanziamenti destinati dare vita – secondo quanto recita il protocollo d’intesa siglato dai presidenti delle due Spa di Udine e Pordenone, Gabriella Zontone e Alvaro Cardin, dal commissario dell’Ente fiera di Trieste, Riccardo Novacco, e dal presidente di Gorizia Fiere, Emilio Sgarlata – a una società di servizi unica allo scopo di “coordinare i programmi fieristici regionali, promuovere l’immagine della Regione e del settore commerciale e turistico regionale in Italia e all’estero, elaborare piani e studi di marketing fieristico regionale e gestire in modo comune alcuni servizi”.
Si tratta di un’operazione rilevante, se si considera che le varie manifestazioni hanno realizzano nel 2004 un giro d’affari complessivo di 10,7 milioni e sono state capaci di richiamare oltre 1 milione di visitatori paganti, che si sono soffermati sulle proposte presentate dai poco meno di 5mila espositori presentu, suddivisi nelle 40 rassegne in calendario. Da questo punto di vista hanno fatto la parte del leone Udine e Pordenone – che hanno organizzato rispettivamente 13 e 15 expo, ottenendo 600mila presenze – mentre a Trieste il salone nautico, da solo, è stato in grado di convogliare il 70% dei visitatori accolti durante l’anno nella struttura giuliana.
Secondo l’assessore Bertossi, si tratta ora di ottimizzare gli investimenti di promozione sui filoni delle esposizioni internazionali rispetto a quelli dedicati a un pubblico locale. Specializzazione diventa, allora, la parola d’ordine per le iniziative rivolte al mondo imprenditoriale ed economico, con Pordenone ormai all’avanguardia nei saloni delle macchine utensili (meccanica, legno, plastica, vetro), Udine nella sedia e nell’agroalimentare, Trieste nella nautica, e Gorizia nella valorizzazione di giovani stilisti.
Ma non sarà facile trovare termini d’intesa reale tra i vari enti. Per il presidente della Spa della Destra Tagliamento, Alvaro Cardin, l’associazione “ha un significato, soprattutto politico. Finalmente – sottolinea – abbiamo trovato il modo di iniziare a fare sistema tra fiere regionali, e contiamo di poter mettere al servizio delle attività economiche del territorio un bagaglio complessivo di professionalità unico nel suo genere. Da più parti si sente parlare della necessità di fare sistema, ma bisogna avere anche la consapevolezza che è ormai inderogabile passare con la massima rapidità ai fatti”. Nell’ottica della specializzazione, Pordenone è l’ente che più si è attrezzato nelle rassegne per l’imprenditoria, con saloni di livello nazionale molto frequentati anche dall’Est europeo, ma un cambio di passo viene invocato dal Distretto del mobile, in cerca di una diversa visibilità internazionale.
Dall’altra parte del Tagliamento, Gabriella Zontone, presidente dell’altra fiera friulana, si dice convinta dei vantaggi della sinergia promozionale, ma chiede la revisione dei calendari eliminando i doppioni (come, ad esempio, Idea Natale a Udine e Magie del Natale a Pordenone) a favore di un potenziamento della rassegna più radicata o più “riconosciuta” da operatori e pubblico.
“Abbiamo competenze – afferma Zontone – da mettere a disposizione di altri eventi di grande livello. Disponiamo, infatti, di strutture, materiali e operatori qualificati che possono dire la loro quando si tratta di mettere in piedi iniziative di largo respiro. Possiamo, inoltre, pensare di esportare alcune nostre iniziative in altre realtà italiane”. Per il futuro Udine punta su “Innovation”, rassegna in collaborazione con le Università e i centri ricerca della regione sulle tecnologie e le applicazioni del domani.
Maurizio Tripani, direttore dell’ente goriziano, crede nella necessità di far convivere le due anime: quella delle rassegne di valenza extraregionale ai vari livelli e quelle locali, indirizzate a un territorio limitato, “quei 50-80 chilometri di raggio che attirano soprattutto consumatori o utilizzatori finali”. Un modo per creare punti di incontro e valorizzare le risorse locali.
Chi nel gioco vuole inserirsi a pieno titolo è, infine, Trieste, costretta a rivedere i propri piani dopo aver perso l’Expo 2008. In quest’ottica, l’intento del commissario Riccardo Novacco è quello di “rilanciare la nautica come salone alternativo alla più quotata rassegna genovese, con un taglio nuovo”.

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