
Piccole fiere a caccia di spazio
L’Esecutivo Dellai stanzierà 30 milioni nell’arco di cinque anni, a partire da questo 2005, per rilanciare il comparto fieristico trentino, alle prese con una complessa fase di ridefinizione. L’obiettivo è renderlo più competitivo puntando sul marketing territoriale, la valorizzazione dei prodotti tipici locali e nuove strategie di sistema, chiavi per riossigenare le strutture più piccole del sistema fieristico nordestino anche secondo uno studio commissionato dalla Camera di commercio trentina alla Fondazione NordEst, la quale, dal 2002 al 2004, ha effettuato in tutto il Triveneto un monitoraggio delle realtà fieristiche, evidenziandone problemi, limiti e opportunità.
“Il nostro obiettivo – spiega Paolo Nicoletti, responsabile del Dipartimento Turismo, Commercio, Promozione dei prodotti trentini della Provincia – è puntare al rilancio del quartiere fieristico di Riva del Garda, l’unico in grado di reggere la competizione a livello nazionale e internazionale con manifestazioni ormai consolidate. Per Trento e Borgo Valsugana l’attenzione andrà, invece, allo sviluppo della vocazione territoriale con manifestazioni di nicchia che possano valorizzare il legame tra marketing, produzioni locali, turismo e attraverso i prodotti tipici dell’agricoltura di montagna e dell’artigianato artistico”.
Per il polo di Riva del Garda si prevede un ampliamento delle metrature, che passeranno dagli attuali 40mila a 55mila metri quadri con parcheggi, ristoranti e aree comuni in grado di accogliere più espositori e visitatori (rispettivamente oltre 54mila e quasi 2.200 nell’arco del 2004). Allo studio c’è anche il connubio tra l’attività fieristica e quella congressuale, meno redditizia ma in grado di portare benefici a vasto raggio sul territorio, attraverso la fusione delle società Lido di Riva e Garda Trentino Fiere, tutte in buona parte di proprietà pubblica, che potrebbe valorizzare ulteriormente la vocazione turistica della città.
Anche per Trento e Borgo Valsugana sono previsti ampliamenti della superficie espositiva per manifestazioni dedicate al comparto tipico agroalimentare, all’artigianato di qualità, ai prodotti tipici e alle risorse del territorio. Nel caso della Valsugana, tra le soluzioni avanzate dal rapporto della Fondazione NordEst vi sarebbe quella di convertire le strutture esistenti in centri polivalenti in grado di soddisfare anche altre esigenze di carattere economico e sociale della zona: un’ipotesi, tuttavia, ancora da discutere con i rappresentanti delle categorie economiche e con la nuova amministrazione che si insedierà dopo le elezioni di maggio.
Situazione da definire anche a Trento, dove si parla di un aumento di superfici da 5.400 a 8mila metri quadri, il massimo consentito sull’area, con uno stanziamento di 2,5 milioni. Proprio su Trento si concentrano in queste settimane le maggiori aspettative, in vista della fusione fra Trento Fiere, proprietaria degli immobili, e Trento Expo, società che cura l’organizzazione delle manifestazioni, nata solo un anno fa dopo lo scioglimento del Centro Trentino Esposizioni (CTE). “Stiamo attraversando una fase di ripensamento generale – spiega Claudio Facchinelli, presidente di Trento Fiere – necessaria per superare le persistenti difficoltà economiche, che a lungo hanno limitato le possibilità di crescita. Intendiamo avviare un rilancio del polo partendo proprio dalla riduzione e dalla razionalizzazione delle spese fisse. Allo stesso tempo, l’obiettivo è rafforzare le sinergie con gli altri comparti, in primo luogo quello turistico e agroalimentare, e aumentare le manifestazioni anche a carattere temporaneo”.
Le strategie di valorizzazione della città come polo espositivo rimangono, tuttavia, ancora da definire nel dettaglio. “Occorre delineare un programma chiaro e accattivante – commenta Corrado Tononi, già direttore del CTE e ora nel Cda di Trento Fiere – in grado di sostenere il ruolo del capoluogo in un’ottica di sistema a livello provinciale. Evidenziare le specificità del territorio significa garantire visibilità a comparti delicati per l’economia locale. Trento – ribadisce Tononi, da sempre convinto sostenitore dell’alleanza tra Trento e Riva – potrebbe proporsi, ad esempio, come incubatore di manifestazioni di nicchia da sviluppare poi attraverso la partnership con il polo fieristico d’eccellenza di Riva del Garda. La chiave per reggere la concorrenza agguerrita è concentrare le risorse su obiettivi ambiziosi ma concreti, superando le visioni campanilistiche”.