
Cibus a Mosca
parma 26 mag Cibus sbarcherà a Mosca in luglio. L’ufficializzazione della prima edizione della rassegna fieristica dedicata all’industria alimentare italiana è stata data ieri mattina a Mosca dal direttore generale Tommaso Altieri e il direttore commerciale Romano Zeraschi di Fiere di Parma, il responsabile dell’Ufficio Studi e Ricerche di Federalimentare Luigi Pelliccia (anche l’edizione moscovita nasce dalla partnership tra la società fieristica parmense e la Federazione delle industrie alimentari) e Albino Ivardi Ganapini, presidente dell’Alma, la Scuola internazionale di cucina cui sarà affidata tutta la «didattica» di cucina italiana dedicata ai ristoratori russi, hanno illustrato i contenuti di Cibus Russia che si svolgerà dal 14 al 17 luglio e sarà ospitato dal Gostiny Dvor a pochi passi dalla Piazza Rossa. Cibus Russia sarà la prima edizione in terra russa di Cibus, che nella sua edizione italiana rappresenta ormai la più importante vetrina del fine food italiano ed europeo. Il ruolo economico dell’industria alimentare dei 25 paesi dell’Ue, la più importante del mondo, si traduce in un giro di affari totale di oltre 671 miliardi di euro. E la crescita negli ultimi 10 anni è stata del 40%, superando di molto quella dell’industria alimentare Usa. In questo quadro l’industria alimentare italiana _ con 103 miliardi di fatturato dei quali 14 derivanti dall’export _ conferma il suo ruolo di ambasciatrice del made in Italy, rappresentato quasi esclusivamente da prodotti di alta gamma, tra i quali spiccano le tipicità, i prodotti a denominazione protetta che rappresentano il 10% delle esportazioni. Dal gennaio 2004 l’Italia, con 136 specialità alimentari garantite dal marchio europeo, ha conquistato il primo posto nella UE superando la Francia. Tuttavia il Made in Italy alimentare non ha ancora sviluppato tutte le sue potenzialità sui mercati esteri: tra questi spicca la Russia, dove l’export alimentare italiano ha già registrato nel 2003 un significativo aumento di quasi il 20%, con una punta di crescita di ben il 61,5% nelle forniture di vini. Ma l’export alimentare italiano in Russia (133 milioni di euro, contro 47,5 milioni dell’import), pur essendo già interessante, presenta ancora notevoli spazi di crescita, soprattutto in rapporto ai principali concorrenti europei.