
Il boom rilancia la Fiera nautica
Il Comune vuole riportare la fiera nautica dell’usato a Monfalcone. Il progetto accarezzato da tempo, ma frenato dalle scarse disponibilità di bilancio, sarà rilanciato a fronte delle risorse finanziarie a disposizione dopo la chiusura del contenzioso con Endesa sull’Ici da versare per la centrale termoelettrica. Ad affermarlo è il vicesindaco e assessore alle Finanze Marco Ghinelli che sottolinea come la manifestazione sia ancora tutta da costruire e quindi sia difficile preventivarla di qui a un anno. «Non abbiamo comunque intenzione di muoverci da soli – aggiunge -. Chiederemo la collaborazione degli enti fiera, mentre possiamo già contare sull’appoggio delle associazioni dei commercianti e degli artigiani». Non più libero il canale Valentinis, a differenza di quasi quindici anni fa quando la manifestazione fu proposta con molto successo (per essere poi scippata da Trieste dove abortì), la fiera, spiega l’assessore all’Urbanistica Massimo Schiavo, potrebbe trovare una collocazione naturale nel canale Est-Ovest, diventando un veicolo promozionale importante di quanto la città già è e vuole diventare nel settore della nautica. Senza per questo dimenticarsi che Monfalcone è e rimane una città industriale, ribadisce Schiavo. «Il territorio offre però risorse sufficienti – spiega – per un’ulteriore sviluppo della nautica e quindi della sua economia. L’equazione ormeggio uguale posto di lavoro non è automatica, ma le potenzialità occupazionali esistono. È vero che in Croazia ci sono molti marina, come ha osservato qualcuno in questi giorni di polemiche sul progetto “Flaviano” all’isola dei Bagni, ma in Croazia ci si va in crociera e non per fare la manutenzione annuale della propria imbarcazione, come invece accada a Monfalcone, il litorale più vicino e più “comodo”, per tutta una fascia d’Italia e di centro Europa». Monfalcone può contare su fondali adeguati e su bacini con acqua dolce e corrente. «Non si tratta di puntare sul turismo – aggiunge Schiavo -, perchè si tratterebbe di un’idea limitante, ma di creare un’alternativa di sviluppo che vuole affiancarsi a quanto già esiste in città. Pensare che altre attività, oltre a quelle industriali, possono avere un ruolo in città non mi pare sia un’aspirazione scorretta». I nuovi posti barca previsti dal piano regolatore sono sì quasi tutti dedicati ai «privati» (tra cui anche il Comune assieme a Italia Navigando), ma andranno a riequilibrare la situazione attuale che vede le società dotate di 1476 posti contro i 1100 di marina e attivà economiche. Dei futuri 3825 posti 1700 saranno collocati nelle associazioni nautiche e sportive e gli altri 2125 in darsene private.