Rassegna stampa

Una lenta agonia per l’ente fiera

n Ente fiera al palo per mancanza di risorse economiche. La più volte annunciata Società per azioni a maggioranza pubblica, a cui affidare la gestione di eventi e manifestazioni organizzati alla cittadella fieristica del villaggio San Biagio, segna il passo ormai da anni, incapace di decollare proprio (e soprattutto) per la mancanza di quel necessario sostegno economico che invece dovrebbe essere il motore di questa operazione, a suo tempo avvallata in un ufficiale protocollo d’intesa da comune di Codogno, provincia e Camera di commercio. Non che le ristrettezze economiche penalizzino solo gli investimenti di sviluppo del settore fieristico. La carenza di risorse economiche adeguate sta, infatti, anche alla base della mancata costituzione di un altro maxi progetto di rilancio del territorio, quello della Fondazione Soave, la cui partenza era stata preannunciata per gli inizi di questo 2004 ormai avanzato. Destinata a gestire la struttura espositiva del vecchio ospedale di viale Gandolfi e le manifestazioni in essa programmate, anche la Fondazione necessiterebbe di denaro e investimenti sostanziosi per avviare finalmente i propri ingranaggi. Ma anche in questo caso, al momento, il piatto piange e la Fondazione continua a rimanere nell’elenco dei “desideri” istituzionali della città di Codogno. Assessore delegato a seguire l’organizzazione dell’appuntamento fieristico autunnale, Mauro Bonfanti ammette il problema: «L’ente fiera? Per partire deve essere finanziato in maniera adeguata, cosa che di questi tempi, con una Finanziaria che taglia risorse anche sui capitoli delle fiere, è assai difficile e improbabile. Continuiamo a credere nel valore dell’ente fiera e per questo ne sponsorizzeremo la validità anche con i referenti della nuova amministrazione provinciale. Certo è che questo organismo potrà partire solo quando avrà davvero a disposizione tutti gli strumenti, gestionali ed economici, necessari al suo funzionamento ottimale». Sul fronte della Fondazione Soave, cautela viene espressa anche dall’assessore alla cultura Elena Ardemagni che, non trascurando il peso della questione economica, giustifica però anche con altre motivazioni i ritardi in merito. «Stiamo attendendo che l’associazione provinciale Grandi eventi parta e decolli in maniera fattiva – dice la Ardemagni – per valutarne le competenze e il ruolo. Solo dopo torneremo a parlare di Fondazione Soave: non vogliamo, infatti, che questa nasca come una sorta di inutile “doppione” della Grandi eventi. E potrebbe anche essere che la Fondazione Soave possa alla fine non essere ritenuta più necessaria».

Newsletter