Rassegna stampa

Salva-fiere, si replica alla regione

Il ripianamento dei debiti aveva incassato due bocciature in agosto a sala d’Ercole L’assessore al bilancio Cintola prepara il terreno per la manovra da 64 mln di euro. E intanto Forgione (Ri) attacca i Ds

Il salvataggio della Fiera del Mediterraneo di Palermo e della Fiera di Messina tornano al centro del dibattito parlamentare. Sono questi, insieme con il Dpef e con la manovra sulla sanità, alcuni degli argomenti che saranno al centro dei lavori della commissione bilancio convocata per oggi. Già lo scorso agosto dalla commissione arrivò un secco ´no’ al ripianamento dei debiti delle due fiere (la regione dovrebbe fornire garanzie alle banche, più un contributo solo per la fiera del Mediterraneo). Il provvedimento, che nella maggioranza di centrodestra, almeno l’estate scorsa, godeva dell’appoggio di Forza Italia, venne ripresentato in aula. Dove si guadagnò una seconda bocciatura. Per la cronaca, ad agosto, a sala d’Ercole, andò in scena un mezzo parapiglia. Oltre a impiombare il provvedimento salva-fiere, le opposizioni di centrosinistra (con l’appoggio sotterraneo di pezzi della maggioranza) riuscirono a far approvare dall’aula un emendamento che escludeva dal pagamento dei ticket gli ultrasessantancinquenni. Non solo. Il governo, sempre in materia sanitaria, avrebbe voluto bloccare i nuovi accreditamenti con le strutture sanitarie private, con l’eccezione dei soli centri per la cosiddetta riabilitazione. Ma anche questa manovra incassò il ´no’ dell’aula. A questo punto il governo, per bocca dello stesso presidente della regione, Totò Cuffaro, fu costretto a ritirare tutta la manovra finanziaria. Una scelta dettata non soltanto dall’abolizione del ticket sui medicinali per gli anziani, quanto dal pronunciamento di sala d’Ercole sugli accreditamenti per i centri privati di riabilitazione. Il governo, infatti, negli ultimi 10-12 mesi, aveva avviato trattative con alcuni importanti centri privati che, con il ´no’ dell’aula,rischiavano di restare a bocca asciutta. Intanto, l’assessore al bilancio, Salvatore Cintola, prosegue negli incontri con le parti sociali e con i partiti in vista dell’avvio della sessione di bilancio, che dovrebbe aprirsi dopo che l’aula approverà Dpef e variazioni di bilancio (disegno di legge, questo, che contiene la manovra finanziaria da 64 milioni di euro). Ma dal capogruppo di Rifondazione comunista, Francesco Forgione, arriva il ´no’ all’assessore. ´Non ci interessa una concertazione tra questo governo screditato e delegittimato e le opposizioni’, dice Forgione, ´per noi la sede del confronto è l’assemblea regionale siciliana e non l’assessorato di Cintola’. Forgione, soffermandosi inoltre sul referendum che punta ad abrogare lo sbarramento del 5%, sferra un attacco al segretario regionale ds, Antonello Cracolici: ´Dopo la vergognosa legge elettorale targata Cuffaro-Cracolici’, prosegue Forgione, ´il referendum non rappresenta una lotta contro lo sbarramento ma una battaglia per la democrazia, per la difesa della dialettica politica in Sicilia contro i rischi del consociativismo’. Ieri è andato in scena il comitato regionale dell’Udc. Da dove è venuta fuori l’indiscrezione secondo la quale la manovra contro il segretario regionale Raffaele Lombardo sarebbe stata organizzata in buona parte dai vertici nazionali del partito. Obiettivo: non dare il ministero ai siciliani in sede di verifica del governo Berlusconi, visto che la poltrona di ministro andrà assegnata al segretario Follini o a Baccini. E siccome Lombardo si era opposto a questa logica, da Roma sarebbe partito l’ordine di ridimensionarlo. Per la Sicilia è disponibile solo un sottosegretariato-premio per Beppe Drago, il parlamentare nazionale che avrebbe guidato la rivolta anti-Lombardo per conto di Roma.

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