Rassegna stampa

L’innovazione è la chiave del futuro

di Marco Montaguti L’inaugurazione ufficiale dei padiglioni, di quelli nuovi e di quelli rinnovati del primo nucleo firmato Leonardo Benevolo, è un segnale fisico che fa ben sperare per il futuro della nostra fiera e di BolognaFiere, la società mista tra pubblico e privati che ne ha la responsabilità. Il mondo italiano delle fiere negli ultimi anni è investito da forti impulsi innovativi, sia sul piano della governance sia su quello dell’edilizia. Milano sta preparando un quartiere avveniristico, Roma pensa in grande e Rimini risponde a Bologna padiglione contro padiglione. Ma anche se sembra banale ricordarlo, gli spazi, i padiglioni, i parcheggi sono sì necessari, ma non sufficienti. Perché i quartieri fieristici, finita l’euforia cementizia e tagliati i nastri, devono vivere con rassegne e iniziative espositive la cui esistenza e moltiplicazione dipendono da una cosa soltanto: l’economia. Se l’economia tira, le fiere possono svolgere in pieno la loro funzione primaria di vetrina e di punto di incontro tra chi produce e chi distribuisce e vende. Altrimenti la gara si fa difficile. E allora servono idee, marchi, iniziative, possibilmente autonome. Servono piani industriali sostenibili e innovazione. Non servono invece logiche politiche che pretendono, anche con obiettivi in teoria condivisibili, di forzare su letti di Procuste, realtà profondamente diverse, come per esempio Bologna e Rimini.

Newsletter