
Il verdetto: la Fiera è dei tre enti
Arriva l’arbitrato ed è un botto: la Fiera di Vicenza appartiene soltanto ai tre enti pubblici che l’hanno fondata. Quindi la sua trasformazione in ‘spa’ dovrà essere fatta dividendo il pacchetto delle azioni in tre fette uguali affidate alla Provincia, alla Camera di commercio e al Comune. La notizia è trapelata soltanto nella serata di ieri, dopo tante voci e smentite che si erano inseguite durante tutta la giornata, e subito tutti i telefoni si sono messi a squillare per la comunicazione del sorprendente risultato, mentre i commenti ufficiali sono per forza rinviati a oggi. Comunque sia i tre arbitri (nominati in primavera) si sono finalmente espressi, e un altro elemento di sorpresa rispetto alle voci della vigilia deriva dal fatto che il verdetto è stato espresso all’unanimità. In sostanza il presidente del collegio avv. Mauro Pizzigati (veneziano, che era stato indicato dal Comune), l’avv. Gaetano Morazzoni (milanese, era stato indicato alla Provincia), e l’avv. Daniele Corletto (veronese, era stato indicato dalla Camera di commercio) nel confronto tra loro non hanno avuto dubbi. Il collegio arbitrale ha infatti deliberato che la proprietà della Fiera spetta «in egual misura» alla Camera di commercio, al Comune e alla Provincia, che sono i tre enti pubblici indicati come fondatori della Fiera. Non sfugge a nessuno chiaramente che si tratta della tesi che era stata sostenuta ancora un paio di anni fa dalla Provincia, con un parere legale, mentre altri pareri legali formulati per conto della Fiera stessa e di altri protagonisti della vicenda avevano sostenuto che almeno tre storiche associazioni di categoria – l’Associazione industriali, l’Associazione commercianti e l’Associazione artigiani – avendo versato a suo tempo cifre a titolo capitale per la Fiera, avevano tutto il diritto a ottenere una fetta della futura spa. Gli arbitri invece hanno sentenziato che «il capitale sociale della Fiera spa spetta in parte uguale ai tre enti, fermo restando quanto detto in altra parte». I tre arbitri infatti inseriscono un’inattesa indicazione: i tre enti pubblici si devono spartire il capitale attuale, ma tutte le associazioni di categoria che hanno preso parte alla causa «possono partecipare, se lo ritengono, agli incrementi del capitale sociale della costituenda spa». Difficile, per ora, interpretare l’esatto significato di questa indicazione, anche se qualche tecnico ieri sera faceva notare che gli aumenti di capitale della Fiera, che nascerà con un valore di alcune centinaia di milioni di euro, saranno ‘impegnativi’. Salvo che non significhi che in questo caso sì si potranno conteggiare le cifre versate dalle categorie. Ma, come detto, è meglio attendere che oggi a bocce ferme tutti valutino il testo. Di certo c’è che il verdetto lascia sicuramente deluse Associazione industriali, Confcommercio, Associazione artigiani, Coldiretti, Apindustria, Unione agricoltori e Cna: non avranno nessuna azione della Fiera spa, una volta che sia stata attuata la trasformazione. Peraltro potrebbero ricorrere in appello ai giudici civili contro il verdetto dell’arbitrato, anche se il fatto che questo sia stato raggiunto all’unanimità dai tre arbitri dà molta forza al verdetto stesso. Insomma, la Fiera è dei tre enti pubblici. E oggi si scateneranno i commenti e le reazioni ufficiali.