Rassegna stampa

PADOVAFIERE

Da una parte c’è il colosso francese Gl Events. Dall’altra, la potente Fiera di Verona, terza in Italia per ordine di importanza. In mezzo c’è PadovaFiere, la bella “Cenerentola” che i due contendenti vorrebbero conquistare. Ma a che prezzo? L’apertura dei plichi contenenti le due offerte, l’altra mattina, non ha mancato di serbare qualche sorpresa alla Commissione costituita ad hoc dall’azienda di via Tommaseo. La vera proposta è arrivata solo dai francesi, mentre quella della Fiera di Verona avrebbe più le caratteristiche di una manifestazione di interesse. Altra sorpresa: Gl Events non avrebbe rispettato in pieno il bando di gara fissato dagli esperti. In sostanza, i francesi vorrebbero scorporare la gestione dal patrimonio. Sarebbero pronti ad investire un somma di 21 milioni di euro per acquisire il 75 per cento dell’attività commerciale ma non le mura e le infrastrutture che rimarrebbero invece nelle mani degli attuali soci, e cioè Comune, Provincia e Camera di Commercio. Questi ultimi verrebbero remunerati con 10 milioni di euro, mentre altri 11 milioni sarebbero investiti per capitalizzare e rilanciare l’azienda. Gl Events infine, si sarebbe dichiarata disposta a pagare un milione di euro all’anno come affitto delle infrastrutture e ad accollarsi tutte le spese di manutenzione straordinaria. Le offerte saranno esposte nei dettagli al consiglio di amministrazione che verrà convocato fra qualche giorno. Sulla base delle indicazioni fornite dalla Commissione, saranno quindi i soci a fornire una prima valutazione sulla congruità delle proposte. Qualche perplessità non manca. Da parte del presidente della Provincia Vittorio Casarin ad esempio. «È chiaro che va fatta un’attenta analisi – spiega – Va tuttavia rilevato che il bando prevede la cessione del 60 per cento del pacchetto completo di PadovaFiere. Cosa che invece non appare nell’offerta del gruppo francese».Aggiunge Casarin: «Approvo il fatto che, sia pure senza il rispetto del bando, si sia fatto avanti un colosso delle manifestazioni fieristiche. Ma proprio i contenuti dell’offerta potrebbero lasciare prevedere che alla fine si arrivi ad una trattativa privata, nella quale andrebbero coinvolte anche alcune società che a suo tempo avevano manifestato il loro interesse a diventare soci». Gianfranco Chiesa, presidente della Camera di Commercio, non si sbilancia ma riconosce ai francesi un’altissima professionalità. «È gente specializzata – dice – certamente in grado di rilanciare l’attività della nostra azienda».E la Fiera di Verona? Dal suo quartiere generale viene solo confermata l’esistenza di un interesse che non avrebbe le caratteristiche, almeno per ora, di una vera e propria offerta. Come dire: i veronesi sono disponibili ad entrare in gioco, ma nel momento opportuno, magari attraverso una trattativa privata. Anche Verona deve però fare bene i suoi conti, visto che lo scorso giugno ha acquisito il 34 per cento del capitale della fiera di Venezia. Gli scaligeri hanno inoltre impegnato 85 milioni (investimenti autofinanziati) per realizzare una serie di immobili entro il 2008. Sulla privatizzazione è intervenuto anche Giancarlo Galan, presidente della Regione. «PadovaFiere si mette in gioco – ha sottolineato – ha deciso cioè di aprirsi ai privati e lo fa muovendosi in piena sintonia con gli attuali soci pubblici. Esprimo soltanto una considerazione geopolitica, visto che da anni vado predicando la necessità di sviluppare strategie di integrazione nell’ambito del polo fieristico veneto. Qualcosa si è iniziato a fare tra Verona e Venezia ma è ancora poco, anche perché i soggetti forti in grado di interloquire con Verona restano al momento Padova e Vicenza. Il mio auspicio è che il sistema fieristico veneto resti in mani venete».

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