
«Ci compriamo il Lingotto Fiere»
C’è una sfida nuova per il polo fieristico torinese. Per la possibile alleanza con Milano, per la voglia di maggior collaborazione tra pubblico e privato, e perché tra questi due soggetti, il primo, vuole essere protagonista anche nella gestione degli immobili e degli appuntamenti. Un bel pacchetto di opportunità su cui impegnarsi, alle quali va aggiunta la disponibilità tra due-tre anni dell’Oval, il nuovo stadio del ghiaccio che sta sorgendo tra via Nizza e via Giordano Bruno e che dopo le gare di pattinaggio di velocità potrà essere annesso al complesso Lingotto.
E’ il sindaco di Torino ad accendere le speranze per l’affermazione internazionale della «città dei congressi e delle esposizioni». E’ un leitmotiv che torna, se ne parla da quando la vecchia fabbrica fu consegnata alla creatività dell’architetto Renzo Piano per dar corpo alle future vocazioni dell’ex capitale. I toni alti si sono alternati a quelli bassi, da una parte iniziative come la fiera del libro, dall’altra il tramonto del salone dell’auto. Recentemente gli enti locali e l’imprenditoria torinese sembrano aver ripreso la cadenza su questo terreno.
Quest’anno abbiamo acquisito il palazzo dei congressi e ora stiamo operando per dar vita alla società di gestione – ha spiegato ieri mattina, all’inaugurazione del Salone del Gusto, Sergio Chiamparino -, nel 2005 si dovrà operare per un nuovo assetto proprietario del Lingotto Fiere».
Expo 2000 (Centro Congressi) è passato dalla Fiat (tranne che per un 20 per cento, che si ridurrà poi al 10) a Regione, Comune e Camera di Commercio per 45 milioni di euro. La presenza pubblica manterrà un ruolo importante, non solo economicamente, anche nella programmazione e nello svolgimento delle attività. Questa è un’impostazione che Chiamparino vuole sia attuata pure per la «politica delle fiere». Attualmente il pacchetto è tutto in mano ad Alfredo Cazzola, sia Lingotto Fiere, sia Promotor International: «Abbiamo un partner privato, ma le iniziative di successo sono fortemente sostenute col denaro pubblico, e credo che questo ruolo vada riconosciuto nella gestione e nella proprietà». Primo obiettivo: acquisto dell’immobile. Il sindaco ne aveva parlato con Regione e Provincia, e ora chiede di riprendere il progetto e di mettere cifre nei bilanci che consentano di incrementare il patrimonio pubblico. Tramite una società mista da realizzare con i privati? Oppure con un partner?
Sono le due strade che vogliamo esplorare – sostiene Chiamparino -, ma dobbiamo fare una scelta, nelle attuali condizioni noi non influiamo sulle linee-guida del gestore per le fiere; facciamocene carico in modo diretto».
Il fatto che l’1 ottobre Cazzola abbia assunto la presidenza di Smau Milano può avere incidenza sulla ricerca di un nuovo partner? «Il rapporto con Milano può essere importante, ma oltre a Cazzola, a Fiera Milano, ci sono anche altri operatori internazionali. Penso a Fiera Colonia». La Torino dei congressi e delle esposizioni vuol diventare competitiva e appetibile per i protagonisti del settore.