
Fiere, serve una scossa
Oui, je suis Giancarlo Galan, ma non mi va che voi francesi veniate a comandare in casa nostra. Questo è il succo del discorso che il presidente della Regione va facendo a proposito del paventato arrivo del gruppo francese Gl Events nel capitale della Fiera di Padova. Un discorso che, a livello teorico, trova d’accordo più o meno tutti i “contendenti” veneti, vale a dire Vicenza, Verona e Padova, oltre che la più piccola Longarone. Ma il tempo stringe ed entro la metà di gennaio la Fiera di Padova dovrà decidere se accogliere o meno la proposta transalpina. La questione è di grande importanza, non solo teorica, anche per la Fiera di Vicenza, visto che recentemente sono arrivate diverse prese di posizione a favore del “fare squadra” nel panorama fieristico del Veneto, che non si è mai distinto per il gioco… collettivo. Il primo a gettare il sasso nello stagno è stato Gianni Zonin, presidente della Banca popolare di Vicenza. Il suo, più che un sasso, è stato un macigno, visto che è la persona in grado di aprire i cordoni della borsa e mettere sul piatto, oltre che le opinioni, i soldi necessari a passare dalle parole ai fatti. «Non possiamo lasciare che i francesi facciano il bello e cattivo tempo alla Fiera di Padova – ha detto Zonin – e per questo credo che le istituzioni venete dovrebbero far quadrato, superare le rivalità e operare in sinergia. La Bpvi è pronta a fare la sua parte». La presidente della Fiera di Vicenza, Manuela Dal Lago, aveva risposto a stretto giro di posta, accogliendo di buon grado la proposta del banchiere di Gambellara e dichiarandosi d’accordo su tutta la linea. Compreso l’accenno alla maggiore integrazione tra le due società autostradali che si dividono l’asfalto del Veneto. Con Massimo Calearo si è sfondata una porta aperta, nel senso che il presidente degli industriali vicentini predica da mesi per un’azione comune. Quanto alla particolare situazione di Padova, oggetto di un’offerta da parte di Gl Events, Calearo auspicava una contr’offerta congiunta di Verona e Vicenza. I padovani, dal canto loro, non paiono pregiudizialmente contrari ad un’offerta alternativa; ma il fatto è che loro sono l’unica società per azioni del novero e devono rispettare la legge del mercato. Devono privatizzare e non sono nella condizione di tirar su barriere contro l'”invasore”: la maggioranza del capitale che sarà messo in vendita da Comune, Provincia e Camera di commercio andrà al migliore offerente. Quella francese, al momento, è l’unica offerta sul tavolo: 10 milioni di euro per una nuova compagnia col 75 per cento del capitale della Fiera e il restante 25 per cento in mano ai soci fondatori. Galan, padovano, non vede di buono occhio questa opzione. Il motivo è intuibile e lo hanno evidenziato anche Zonin e Calearo: se i francesi si comprano la fiera, è chiaro che nelle esposizioni privilegeranno la produzione di casa loro. Come se gli imprenditori non avessero già abbastanza problemi, il dover aprire un altro fronte in casa non sarebbe certo il massimo della vita. Per questo il presidente della Regione, che pure non vuole apparire come quello che si oppone alle regole del mercato (la Fiera va al miglior offerente), propone di stipulare un’alleanza con i francesi, ma senza ceder loro la maggioranza. In questo quadro, Vicenza e Verona potrebbero costituire una mini-cordata in modo da controbilanciare i transalpini al momento di prendere le decisioni. «I francesi, i tedeschi e gli americani possono essere benissimo degli alleati – ha rilevato Galan – ma li vedo come alleati di un sistema fieristico forte. Ciò per evitare che vengano e portino via il meglio di quanto possiamo offrire». Già, ma l’offerta di un grande gruppo come Gl Events è chiara (o la maggioranza o niente) e presenta una scadenza ormai prossima. «Ma le scadenze e i termini delle proposte si possono anche modificare», ritiene Galan. L’importante è che sul tavolo arrivino anche delle proposte alternative.