
Dopo il «Momi», Campanara è sull’orlo della bancarotta
PESARO – Oltre ogni aspettativa. La voragine del «Momi», supera il milione di euro. Le spese contabilizzate, senza però nessuna pezza d’appoggio, superano il milione e mezzo di euro. Le entrate (sponsor e biglietti) sono di 451mila euro. Questi i conti che il consigliere delegato Alberto Drudi, assieme al presidente delle Fiere Learco Bastianelli, ha portato ieri al consiglio d’amministrazione. Non solo: al 31 ottobre il buco di Campanara è stato calcolato in 2 milioni e 100mila euro. Nei conti manca la gestione degli ultimi due mesi dell’anno. A quel punto qualcuno ha chiesto i… sali. Stava per svenire. Un disastro. Anche perché rispetto all’ultimo verbale del 3 novembre, dove Drudi aveva annunciato spese per 900mila euro, in otto giorni c’è stato un sforamento di 600mila euro: la manifestazione è partita l’11 novembre. Sono anche volati insulti, specie dopo che i revisori dei conti hanno ripreso Alberto Drudi il quale aveva tolto dalle spese 200mila euro riducendo le uscite a un milione e 300mila euro. A quel punto è iniziato l’inferno: il primo a partire è stato l’assessore comunale Luca Pieri. Poi tutti gli altri. «Mai visto persone trattate così, ma loro non hanno fatto una piega», ha commentato un consigliere alla fine della riunione. Tutti si sono rifiutati di avallare la relazione di Drudi che è stata rispedita al mittente. Di tutta questa faccenda se ne tornerà a parlare il 14 gennaio. Sperando che nel frattempo le cose non precipitino. Perché aumentano i contenziosi legali, rappresentanti del consiglio d’amministrazione sarebbero stati minacciati e sarebbe partita anche una denuncia penale nei confronti di un dipendente delle Fiere. «Meglio sorvolare, meglio non parlare perché siamo sopra un barile di dinamite», si commentava al termine della riunione. Meglio non parlare fuori dalla stanza. Pesche dentro la sala riunioni, questa volta, dietro precisa richiesta dei consigliere, è stato installato un microfono e un registratore. Insomma tutti volevano le prove, tutti hanno preteso che la discussione venisse registrata. Scanso equivoci. Perché col passare dei giorni aumenta la paura: il Comune, in via precauzionale, ha già allertato il suo studio legale. Sotto critica di quasi tutti i consiglieri anche il vicepresidente delle Fiere, Palmiro II, zar di tutte le russie; Ucchielli ha ribadito in sintonia con il sindaco che occorre mettere fine alle polemiche, trovando l’unione e la collaborazione tra tutte le forze. Ma quando Drudi, vedendo uscire Ucchielli dalla sala, ha chiesto appoggio alla sua relazione, lo zar lo ha scaricato:«Mandamela, la guarderò, poi ti farò sapere». Ma come affermano coloro che conoscono il mondo… mai uscire per primi. Su Ucchielli ne sono piovute di tutti i colori: «Dice due parole in politichese, poi prende e se ne va… ha rotto». C’è stato anche chi ha avanzato, nel corso della riunione, la volontà di presentare le dimissioni. In questo brutto contesto tutto è stato rinviato al 14 gennaio, per permettere a Drudi e Bastianelli di presentare il dettaglio delle spese del «Momi». Intanto alla Camera di Commercio si mettono le mani nei capelli: raschiando la pentola si arriva a 600mila euro mentre il buco da ripianare alla Fiere è superiore ai 2 milioni. Sull’orlo della bancarotta. Negli ultimi tre anni Campanara si è «mangiata» poco meno di cinque milioni di euro e lo scorso anno, per far fronte alle perdite, si era prima svalutato il capitale dopodichè è stata decisa la ricapitalizzazione.