Rassegna stampa

Ecco i nodi di Verona: 2005, l’anno della verità

di Maurizio Battista Il grande dibattito, non privo di accenti polemici e retroscena politici, sulla variante urbanistica del Piano d’area del Quadrante Europa che ha aperto il 2005, è soltanto l’antipasto di quelli che saranno i temi più incandescenti di questo nuovo anno. La città infatti da anni aspetta molte risposte su temi legati allo sviluppo sia del territorio che del tessuto economico e culturale (enti e aziende) oltre all’annosa domanda di mobilità. Si apre quindi un anno molto delicato che può essere davvero importante per le scelte sulla città, sia perché alcune potrebbero essere ormai giunte a punto di maturazione (e ristagnando ancora, come il vino, potrebbero girarsi in aceto: dall’urbanistica alla tramvia), sia perché la concorrenza delle altre città e dei mercati impongono rapidità di intervento (pensiamo alla Fiera), sia perché per la Giunta Zanotto questo è il terzo anno, e di solito quando si supera la boa di metà mandato arrivano le prime realizzazioni; sull’altro fronte per la Giunta provinciale di Mosele questo sarà il primo vero anno di lavoro per cui si può cominciare a mettere a frutto qualcosa. Ma vediamo i dieci temi più caldi per questo 2005 per Comune e Provincia. 1) POLO FINANZIARIO. Per realizzarlo c’è una data precisa: entro il 15 marzo deve essere deliberato dal Consiglio comunale, altrimenti non se ne farà più nulla. L’area individuata di fronte alla Fiera non piace a tutti: è funzionale alla nuova idea di Verona sud ma potrebbe essere un ostacolo all’espansione del quartiere fieristico. Il dibattito è ancora aperto e vengono proposte anche altre localizzazioni. Inoltre a questo primo accordo tra Comune e Fondazione Cariverona che diventa proprietaria dell’area (lasciando al municipio tutta la Passalacqua), è legato anche il grande scambio di immobili che comprende Castel San Pietro, Palazzo Gobetti, Palazzo Pompei, la sistemazione dell’Arsenale e altro ancora. 2) FIERA. E restando in tema di Fiera, nei primi mesi di quest’anno dovrebbe definirsi la nascita (o il fallimento?) del polo fieristico veneto. Veronafiere intende entrare in modo pesante in Padovafiere con l’aiuto della Regione, ma c’è di mezzo il colosso francese Gl Events. Non solo: la Fiera dovrà anche fare i conti con le scelte urbanistiche del Comune su Verona sud, tagliare finalmente il traguardo della trasformazione in società per azioni, stringere alleanze con altre grandi fiere per reggere la concorrenza di Milano. 3) PIANO REGOLATORE. Dieci anni fa dicevano che era già pronto: ha fatto in tempo a cambiare nome e dobbiamo ancora vederlo approvato. Oggi si chiama Pat, Piano di assetto del territorio e dovrebbe andare all’attenzione del Consiglio comunale. Nel frattempo vengono avanti il Prusst di Verona sud, la variante regionale al Piano d’area del Quadrante Europa e molte altre scelte urbanistiche che dovranno collegarsi tra loro, tenendo presente che il 3 aprile si terranno le elezioni regionali e partirà una nuova legislatura veneta. C’è sempre aperta, poi, la questione dell’area di Borgo Roma sulla quale la Provincia vanta un diritto di edificazione mentre il Comune la vuole comprare tutta per destinarla a verde. 4) PIRU. Nel settembre scorso, alla ripresa dei lavori, erano diventati l’urgenza del giorno: indispensabili per riqualificare le aree più degradate della città, dovevano andare all’esame dei consiglieri con corsia preferenziale. Ne sono stati presentati una settantina, alcuni assolutamente necessari, altri invece non entusiasmanti. L’esame va avanti al rallentatore, tanto che si è preferito puntare sul Piano d’area regionale per cercare di trovare soluzioni urbanistiche in tempi più rapidi. Ma i Piani di riqualificazione (Piru) prima o poi torneranno al centro dell’attenzione, se non altro per risanare l’area delle ex Cartiere, un fortino ora in mano a clandestini e spacciatori. 5) AZIENDE. Dopo tanti tiremmolla questo dovrebbe essere l’anno in cui Agsm potrà convolare a nozze. In un mercato che continua a costruire aggregazioni, l’azienda multiutility del Comune rischia altrimenti di ridursi a una zitella con scarso fascino e una dote poco appetibile se Ca’ del Bue continua a pesare sul groppone dei conti. La sistemazione dei forni dell’inceneritore, il miglioramento della resa energetica, la gestione congiunta con Amia e affidata a una società di scopo assieme ai conti in progressiva salute dovrebbero portare Agsm a concludere un buon matrimonio. Nel mirino, l’asse Padova-Trieste con Aps-Acegas, società già quotata in Borsa. Anche per Amia questa evoluzione avrebbe effetti positivi, cercando di dimenticare il fallimento di Rede, il cui contraccolpo però quest’anno si farà sentire. 6) EMERGENZA TRAFFICO E TELECAMERE. Da quest’anno non si potrà superare il limite di Pm10 per più di 35 giorni. Che fare dopo? Soltanto targhe alterne? Le norme europee costringono a prendere di petto l’emergenza traffico, strettamente connessa alla politica dei trasporti pubblici: la prima emergenza per i cittadini è la mobilità. Da marzo, poi, l’accesso al Centro storico sarà regolato dalle telecamere che invieranno ai furbi la multa direttamente a casa. Un’altra rivoluzione alla quale dovremo abituarci. 7) TRAMVIA. Dovrebbe essere la soluzione principale per gli spostamenti in città. Nel 2004, secondo le previsioni del Comune, dovevano essere aperti i cantieri; invece si sta aspettando ancora il nuovo piano finanziario dell’opera che deve tornare in Consiglio comunale. Opera i cui progetti sono stati rivoltati come calzini più di una volta per tornare poi alle soluzioni di partenza. Alle difficoltà di reperimento delle risorse finanziarie, si sono aggiunte lo scorso anno le avarie tecniche del Combino, il convoglio fornito da Siemens e scelto da Verona. I vagoni devono essere riprogettati e rimessi in produzione, per cui di tramvia non se ne parlerà prima del 2007 o 2008. A quel punto si farà ancora? 8) TRAFORO E MEDIANA. Traffico, smog, trasporti e, ovviamente, non può mancare la Grande viabilità. Il 2004 si è chiuso con un dibattito accesissimo sulla Galleria delle Torricelle, fortemente voluta dal centrodestra, osteggiata da buona parte del centrosinistra (non tutto) che tra le sue file ha forti sostenitori della Mediana. Il Comune ha dato la propria disponibilità affinché vengano svolti studi idrogeologici sulla soluzione Poiano-Avesa e su un’ipotesi più a nord. Provincia, Camera di commercio e Serenissima sostengono la possibilità di realizzare la galleria con la finanza di progetto e quindi l’intervento dei privati. In ogni caso il costo sarebbe molto alto, perché il tunnel dovrà essere con doppia galleria. Passi avanti si attendono per il prolungamento della Transpolesana in basso Acquar, per la variante alla statale 12 che alleggerirà il traffico in Borgo Roma e la strada di gronda. 9) FONDAZIONE ARENA. Ha chiuso il 2004 con una grave crisi, mal comune per tutte le Fondazioni liriche italiane al punto che è stato istituito un tavolo tecnico con il ministero guidato da Giuliano Urbani al fine di trovare qualche soluzione, soprattutto finanziaria che restituisca ossigeno a queste importanti aziende di spettacolo e cultura (entrerà la Provincia?). Ma in particolare la Fondazione guidata da Claudio Orazi si ritrova con i contributi dei privati dimezzati, un disavanzo di bilancio importante, un consiglio di amministrazione privo di due componenti (il vicepresidente Gandolfi che si è dimesso e il presidente dei Filarmonici Tuppini che ha cessato il mandato in quanto l’Accademia non è più socia), uno stato di agitazione sindacale sempre vivace, la necessità di ridurre le spese e studiare piani di rientro. Ma non è questa l’unica istituzione culturale in difficoltà a Verona: i recenti tagli ai settori dello spettacolo e della cultura rischiano di depotenziare anche l’Estate teatrale, le attività teatrali nei cortili in estate e la stagione del Grande Teatro al Nuovo. 10) OSTRUZIONISMO. Con queste prospettive e queste attese, non va dimenticato che il Consiglio comunale dovrà sempre fare i conti con il difficile rapporto tra maggioranza e opposizione. Il centrodestra, che a Palazzo Barbieri è minoranza, non intende abbandonare l’opposizione dura e intransigente che spesso diventa ostruzionismo per non far passare delibere ritenute «dannose per la città», mentre la maggioranza del sindaco Zanotto rivendica il diritto di governare e continua a tentare, con scarso successo, di instaurare un dialogo costruttivo e coerente con la minoranza. Anche quest’anno in aula consiliare ci sarà da soffrire.

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