
«Dobbiamo evitare la colonizzazione»
È chiaro quindi che entra in campo adesso il livello politico e la «moral suasion» del sistema veneto. Ma la preoccupazione per un pezzo di Veneto che se ne va è fortissima. E Alessandro Riello, presidente veronese di Assindustria e presidente vicario regionale è particolarmente amareggiato: «Di fronte a questo risultato, il sistema veneto deve fare riflessioni molto profonde, perché si trova di fronte competitors che ragionano nel medio-lungo periodo; la nostra incapacità di fare sistema ci sta facendo perdere per strada pezzi della nostra filiera. Dobbiamo stare attenti, fare i guardiani dei nostri patrimoni e noi non abbiamo mai escluso di intervenire, in caso di necessità, in cordate di questo tipo». Ma adesso, con il nemico in casa, come si può reagire? «Dobbiamo evitare la colonizzazione: questa diventa una sorta di chiamata alle armi. Si impone, ora più che mai, una regìa sul sistema fieristico veneto, perché i francesi sono concorrenti molto abili. E c’è l’amarezza e il disagio nel constatare», prosegue Riello, «che nel Veneto c’è chi sacrifica la possibilità di costruire un sistema regionale forte perché gli dà fastidio che il vicino possa entrare nel suo territorio. Piuttosto di aiutarci, ci vendiamo allo straniero. Le responsabilità padovane in questo senso sono evidenti e non c’è niente di nuovo sotto il sole». La cordata veneta, come aveva spiegato ieri mattina il presidente di Veronafiere Luigi Castelletti, era stata così costruita: una quota del 30% ciascuna a Verona e alla fiera di Vicenza; il 20% a Veneto Sviluppo, la finanziaria della Regione che era disposta a intervenire con 2,5 milioni di euro; il 5% al Banco Popolare di Verona e Novara e altrettanto alla Banca Popolare di Vicenza; il resto ad Axiter (Confcommercio nazionale) e alle associazioni industriali di Verona e Vicenza e alla Frav, la federazione degli artigiani veneti. In caso di successo della cordata veneta, Verona avrebbe espresso la direzione generale operativa della nuova società di gestione di Padovafiere. «A noi il volante della macchina», aveva detto Castelletti. Adesso però potrebbe guidarla un pilota francese. A meno di clamorosi colpi di scena: «Abbiamo letto che i francesi si sono lamentati per la confusione di questo processo di privatizzazione; condividiamo al riflessione e potremmo anche condividerne le conseguenze, visto che gli stessi francesi non escludevano un ricorso».