Rassegna stampa

Fiere, la gara finisce dal giudice

di Maurizio Battista La gara per la privatizzazione di Padovafiere, vinta dalla cordata dei francesi di Gl Events e perduta dalla cordata veneta finisce in Procura. Ieri mattina, militari del Nucleo tributario della Guardia di Finanza su ordine del magistrato Bruno Cherchi della Procura di Padova che sta conducendo l’inchiesta, si sono presentati negli uffici della Fiera padovana per acquisire i documenti relativi alla gara di privatizzazione della società, che tante polemiche ha suscitato nei giorni scorsi. Più che una gara, dopo che il primo giro era andato deserto, si è trattato di una trattativa privata negoziata per ricapitalizzare la società e acquistarne l’80%. Alla conclusione di una serie di rilanci, l’ha spuntata con un’offerta globale attorno ai 25 milioni di euro il colosso Gl Events, come da molti anticipato, al punto che esponenti politici e istituzionali hanno detto chiaramente che si trattava di una «decisione già scritta». Tuttavia non è ancora partito alcun esposto nei confronti di Padovafiere da parte della cordata sconfitta che era composta da Verona, Vicenza, Regione e banche: Veronafiere ha solo dato mandato ai suoi legali di studiare la pratica per capire quale sia la strada migliore da intraprendere (tribunale civile, Tar o altro ancora) in attesa, strategica, di vedere che cosa maturava a Padova. A Padova, infatti, la magistratura si sta muovendo da un paio di mesi a seguito della lettera esposto presentata il 6 dicembre dall’ex sindaco Settimo Gottardo contenente una serie di 20 domande sulla gestione della Fiera. Tra gli interrogativi posti in dicembre da Gottardo, si trovano alcuni passaggi «profetici», come al punto 6, dove in riferimento alla gara andata deserta, si chiedeva: «Forse si voleva difendere fino all’estremo un unico interlocutore tanto da far sorgere il legittimo sospetto che ci sia una turbativa della gara stessa?». Al punto 19 Gottardo era ancora più esplicito: rivolgendosi (era dicembre, ricordiamo) al presidente Macola, scriveva «abbiamo letto nelle settimane scorse molte sue dichiarazioni a netto favore dei francesi di Gl e di altrettanta netta critica ad altre possibilità, Verona per esempio. Nei mesi scorsi come imprenditore lei ha avuto contatti non riguardanti la cessione di Padova, ma certamente incidenti sui rapporti interpersonali, con Milano o Verona». Un aspetto, questo, che andava a sollevare il possibile conflitto di interessi, dal momento che il presidente svolge attività di imprenditore nel settore Fiere (suo è Transpotec, trasferito da Verona a Milano). «Non ha mai avvertito che a livello strategico si potesse creare un conflitto di interessi?». Questi e altri interrogativi avevano provocato l’apertura di un fascicolo e ora la Finanza su ordine della Procura ha voluto acquisire anche l’ulteriore documentazione relativa alle offerte di gara, sia per le polemiche riportare sui giornali, sia perché già oggetto dell’esposto di Gottardo. Ma da Padovafiere replicano che questa è l’occasione per fare chiarezza e che il materiale consegnato contiene anche tutte le repliche alle accuse, documentate. Dice infatti il direttore generale Andrea Olivi, interpellato da L’Arena: «Siamo noi, come Padovafiere, i primi a volere che sia fatta chiarezza su questioni non veritiere che sono state diffuse in questi ultimi mesi; rispondiamo consegnando tutti i nostri atti e poi vedremo chi ha ragione. Valuterà il giudice se le offerte erano state rese note sui giornali o no, se le procedure sono state corrette e rispettate o no, se ci sono stati interventi estranei o meno. vedremo chi ha ragione, perché di bugie, illazioni e falsità ne sono state dette troppe». Se Padovafiere contrattacca, Veronafiere attende.

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