
Roth: «L’obiettivo è raggiunto Sarà una storica inaugurazione»
di Roberta Rampini RHO – Il suo applombe non lo ha mai tradito. Ha sempre creduto e lavorato, a dispetto di tutti e tutto, affinché il progetto del nuovo polo di Fiera Milano diventasse realtà. Lui è Luigi Roth, 64 anni, dal gennaio 2001 presidente della Fondazione Fiera Milano, soggetto economico privato, azionista di controllo del Gruppo Fiera Milano e di Sviluppo Sistema Fiera SpA. L’ente proprietario del quartiere fieristico di Milano e dell’area di Rho-Pero su cui sta sorgendo il Nuovo Polo. In questi anni lo abbiamo visto molte volte nel cantiere, ogni volta guardando la fiera crescere esprimeva emozioni diverse. Lo abbiamo incontrato a venti giorni dall’apertura della fiera. C’è qualcosa che la preoccupa? «Io sono sempre preoccupato, nel senso etimologico della parola, pre-occuparsi significa occuparsi prima. In questi mesi mi sono occupato di tutte le cose affinché vada tutto bene. Ho appena parlato con chi sta organizzando le cerimonie d’inaugurazione e gli eventi fieristici e mi sembra che non ci siano problemi. Ma solo un incosciente non qualche timore». L’apertura della fiera rappresenta un importante traguardo e l’inizio di una nuova sfida, è stato difficile vincere? «L’inaugurazione dei primi padiglioni è l’arrivo di un percorso difficile ma anche entusiasmante. Per Fondazione Fiera è un momento importante, abbiamo raggiunto l’obiettivo nei tempi previsti e ci impegneremo a continuare su questa strada. È stato un cammino svolto con attenzione e senso di responsabilità da parte di tutti, dal Collegio di Vigilanza al general contractor. Abbiamo realizzato un’opera impegnativa sotto tutti i punti, non ultimo quello economico». Fondazione Fiera Milano ha scelto di utilizzare il modello contrattuale del general contractor, cioè un progetto chiavi in mano, poco usato in Italia. È stata una scelta vincente? «Certamente, avere un unico interlocutore per la realizzazione dell’investimento, che garantisce tempi, costi e qualità, possiede management e capacità adeguate, è stato fondamentale. Questo non significa che abbiamo firmato il contratto con NPF (Nuovo Polo Fieristico) e affidato un mandato in bianco. C’è stato un confronto quotidiano sullo stato di avanzamento dei lavori nel cantiere». Che ruolo hanno avuto le istituzioni e gli Enti locali? «Tutti hanno svolto un ruolo da protagonisti con responsabilità e collegialità, dalla Regione ai Comuni. Vorrei ricordare che l’Accordo di programma che individuava l’area per l’insediamento del Nuovo Polo fieristico è del 1994, per anni è rimasto silente, viene ripreso in mano nel 2000 da Fondazione Fiera che diventa committente di questa opera e affronta le tappe successive in tempi molti brevi, nell’ottobre 2001 abbiamo firmato l’accordo con Agip per l’acquisto dell’area». Che percezione ha la gente di Rho e Pero di questa opera? «Da parte nostra siamo stati molto attenti alla comunicazione, proprio per spiegare ai cittadini delle due comunità cosa stava accadendo dentro il recinto fieristico. Abbiamo inviato a tutte le famiglie un periodico illustrando le tappe dei lavori. Abbiamo installato una webcam che consente di visitare virtualmente il cantiere, guardando sul sito immagini e foto dei lavori, il numero degli accessi è stato straordinariamente alto, questo significa che c’è interesse e attesa. Infine ricordo il pannello elettronico indica i giorni che mancano all’apertura della fiera». E dopo il 31 marzo? «Continueremo l’operazione di trasformazione del sistema fieristico milanese, un’operazione che credo non abbia precedenti in Italia».