
Da Prato uno schiaffo alla Fiera unica tessile
Prato manda all’aria la Fiera unica italiana del tessile. A sorpresa, Pratotrade, l’ente che organizza le esposizioni del distretto toscano, ha risposto negativamente al progetto di riunire sotto un unico tetto, quello della Fiera di Milano, i diversi protagonisti del made in Italy. Alla Fiera unica milanese (13 al 16 settembre), aderiranno Ideabiella, Ideacomo, Moda In e Shirt Avenue. Prato Expo, invece, continuerà a tenersi alla Fortezza da Basso di Firenze, dove ha superato le cinquanta edizioni. La rinuncia pratese impedisce a Milano di raggiungere la completa rappresentanza del settore. E azzera un processo di aggregazione cui il sistema aveva affidato le chance di competere con la fiera parigina Première Vision, nonché di avviare le sinergie necessarie ad affrontare la sfida cinese. Da anni si auspicava un’unica fiera del settore e per la realizzazione del progetto si erano spese la Fiera di Milano e Paolo Zegna, nella doppia presidenza di Sistema Moda Italia e di Ideabiella. Ieri, Zegna, dopo il consiglio di Ideabiella, non ha voluto commentare il rifiuto di Prato. Anche il segmento lusso, con la Camera nazionale della Moda, vedeva di buon occhio una forma di aggregazione di filiera. Ad aggravare lo «schiaffo», le parole usate dal direttore di Pratotrade, Vincenzo Pagano: «Non abbiamo trovato le condizioni attese. Ovvero, non hanno trovato riscontro le agevolazioni finanziarie preannunciate, ma, soprattutto, non c’è chiarezza su assetti e processi decisionali». Per Prato non ci sono garanzie su chi deciderà cosa: «Il rischio – riprende Pagano – è di entrare in un meccanismo che favorisca qualcuno ai danni di altri».