Rassegna stampa

«Disinteresse e nemici: Fiera ko»

Nè nomi, nè cognomi. Chi voleva i conoscere la faccia dei «colpevoli» del mancato sviluppo della Fiera resterà a bocca asciutta. Forse perchè in realtà sono troppi, a cominciare dalle istituzioni «assenti». Lo ha detto senza mezzi termini ieri il commissario straordinario della Fiera, Riccardo Novacco, al suo ultimo giorno di mandato, la vigilia della privatizzazione. Oggi alle 14 infatti, dopo il via libera della Regione, l’Ente autonomo si trasformerà in spa. A varare l’organismo saranno i tre soci di maggioranza, Camera di Commercio, Comune di Trieste e Provincia (con un pacchetto del 75%) e gli altri soci. I componenti del cda saranno 11 e sarà nominato anche un presidente: in pole position Fulvio Bronzi, presidente della Confartigianato. Quella di ieri per Novacco poteva essere davvero l’ultima occasione per levarsi dalla scarpa qualche sassolino. Ma il commissario ha preferito non fare troppe polemiche e raccomandare piuttosto il futuro della Fiera. Un monito soprattutto a quelle realtà che più che «nemiche» si sono dimostrate «assolutamente assenti». «Non faccio differenze tra Centrosinistra e Centrodestra – ha commentato Novacco – il problema è che da parte delle istituzioni non c’è stato interesse a sviluppare la Fiera. A cominciare dalla Regione che con tutte le giunte ha adottato una disparità folle di trattamento. Mentre Trieste riceveva 1 miliardo e mezzo di contributi Udine ne otteneva 12-13 e Pordenone 24. Nemmeno Comune e Provincia hanno manifestato interesse. Solo la Camera di commercio con il presidente Antonio Paoletti che ha sostenuto tre iniziative, dall’Expo del Caffè a Biocasa fino all’esposizione dell’artigianato». Ci sono però anche dei nemici veri. Novacco non lo ha detto, lo ha lasciato intuire e si è tradito solo sottolineando l’amarezza per la bocciatura del suo sogno più grande, il trasferimento della Fiera in Porto Vecchio. Era tutto pronto, sono stati spesi milioni per i progetti, ieri il commissario li ha tirati fuori nuovamente, compresi gli studi di fattibilità economica garantiti dai maggiori Advisor. «Bloccato tutto per il ricorso al Tar degli spedizionieri». Dietro a loro, ha fatto capire il commissario, bisogna cercare i veri colpevoli del mancato sviluppo del comprensorio Fieristico, facilmente individuabili in una frangia politica che ha perseguito per anni «la politica economica dell’immobilismo». «Hanno mandato via le Generali – si è lamentato Novacco – hanno fatto fallire Trieste futura, anche la società Porto Vecchio che sostenevo è stata chiusa. Sforzi per nulla. E sono colpevoli tutti anche della mancata variante al Porto Vecchio. Nessuno dei presidenti dell’Authority è riuscito sinora a dare una svolta allo scalo». E un volano poteva essere proprio il comprensorio fieristico che in quelle aree poteva trovare il naturale sbocco. Il commissario ieri lo ha ripetuto per l’ennesima volta: «So che qualcuno si arrabbierà delle mie parole, ma non sono io a sostenerlo. Lo dice il mercato: Montebello non è il futuro per la Fiera. Manca tutto: servizi, alberghi, parcheggi, ristorante, bancomat. Abbiamo fatto tanti progetti, non è arrivata alcuna risposta. Io auspico la vendita di quest’area, ma prima il Comune dovrà dire dove va la Fiera». E il consiglio di amministrazione dovrà decidere presto. «La verità è che se continua questo clima la Fiera rischia di esser chiusa – ha spiegato il Commissario – non per fallimento ma per disinteserre. Si spegnerà dopo 60 anni di attività e tutti gli sforzi di internazionalizzazione di questiultimi periodi». Il futuro Novacco lo ha già cercato di delineare: di alto profilo, con partnership con altre fiere del Nord Est a partire da Udine e Padova, il potenziamento del ruolo di sostegno all’internazionalizzazione verso i paesi dell’Est. «Non può restare una fiera locale e localizzata – ha chiuso Novacco lanciando le ultime stoccate – poichè il bacino di utenza non lo permette. Per questo mi hanno stupito le dichiarazioni del presidente camerale Paoletti. Sarebbe un futuro minimale». Come quello del resto delineato dalla Provincia: «Non si può neanche puntare solo sulla nautica da diporto, come dice il presidente Scoccimarro. Primo perchè stiamo già puntando a questo e poi perchè Venezia, arrivata dopo di noi, ma potendo contare su una storica alleanza tra imprenditori, Comune e Autorità portuale, ha costruito un evento specializzato davvero imponente con il quale abbiamo già avviato un dialogo per future sinergie». Giulio Garau

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