Rassegna stampa

Fiera, è in forse il cda autoriunito

Il summit c’è stato, ma sarà quella di oggi la giornata decisiva per capire se domani verranno eletti o no i nuovi vertici della Fiera di Vicenza. Provincia, Camera di commercio e Comune si sono incontrati ieri pomeriggio: alle 17.45 i presidenti Manuela Dal Lago e Dino Menarin e il sindaco Enrico Hüllweck sono usciti assieme da palazzo Nievo (incombeva l’appello per il Consiglio comunale) senza voler rilasciare dichiarazioni se non qualche monosillabo. Sull’incontro pendeva la sorta di ultimatum lanciata dalla Camera di commercio 24 ore prima: o si concorda un documento sulle strategie per la Fiera, o i componenti dell’ente camerale non parteciperanno domani, venerdì, al consiglio che si è auto-convocato con le firme di 11 neo-consiglieri (oltre a Hüllweck e Dal Lago, Gobbato, Balbo, Dal Zotto, Menegatti, Dissegna, Usilla, Sinico, Bertinato e Furlan). Ieri mattina prima del vertice, parlando con i giornalisti, il presidente Menarin confermava il tenore del comunicato emesso: «Quello che conta per noi è il mandato che sarà affidato al nuovo presidente e alla nuova giunta sulle strategie della Fiera: internazionalizzazione, alleanze, localizzazione della sede e quant’altro». Il quadro è preoccupante: domani verrà inaugurata la maxi-Fiera di Milano, e dalla capitale lombarda – lo dice il documento e lo conferma ancora più chiaramente Menarin – sono già partiti segnali di attenzione al mondo orafo vicentino; emergono alleanze regionali, nazionali e internazionali tra Fiere. Quali sono i temi su cui la Camera di commercio ha voluto discutere per il mandato da affidare ai nuovi vertici della Fiera? Il ‘battesimo delle attività’ per la nuova società “Vicenza Fiera international”; la decisione in tempi brevi sulla scelta tra un nuovo quartiere fieristico (a Vicenza est) e la ristrutturazione-ampliamento della sede attuale (in confronto con l’Immobiliare Fiera); la ripresa di dialogo per alleanze con Verona o con altre fiere, la necessità di dare alla Fiera una struttura organizzativa e gestionale adeguata a muoversi nel mercato («perché se no è inutile che la Camera di commercio continui a starci dentro: non credo che la missione degli enti pubblici sia gestire fiere», rimarca Menarin). Ma su questo, pare di capire, l’intesa tra i tre enti non è mancata: «Abbiamo discusso di strategie, e sicuramente ci siamo trovati d’accordo su temi già affrontati anche in passato. La scelta della strategia per la sede? Abbiamo concordato che la faremo in tempi brevi», si limita a dire la presidente Dal Lago. «Se ci vedete sorridenti significa che il dialogo c’è», è l’unico commento del sindaco Hüllweck. Allora si parte con il nuovo cda auto-convocato domani pomeriggio? Proprio su questo punto manca la risposta. La sensazione è che in realtà in queste ore si stia cercando ancora un accordo diverso. Perché l’intesa sul programma c’è. E perché il cambio di statuto è stato votato all’unanimità dal consiglio di amministrazione della Fiera ai primi di marzo, per cui non ha senso che nessuno oggi lo contesti. Quindi la strada maestra da seguire sarebbe ancora quella dello statuto. E cioè: anche se manca ancora un nome tra i 31 consiglieri previsti (quello della Coldiretti) i numeri per convocare il nuovo cda a norma di statuto ci sono già, e la convocazione spetta al presidente uscente Antonio Tonellotto, che peraltro anche ieri attendeva ancora il nome del consigliere indicato dalla Coldiretti. Insomma, pare di capire che ci si aspetta che sia il presidente a convocare subito, come gli spetta, il cda. E da questo potrebbe dipendere il fatto che domani il cda si auto-riunisca (è già convocato) oppure no.

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