Rassegna stampa

Antonio Pogliese, presidente Etnafiera spa

Presidente Antonio Pogliese mi parli di quest’iniziativa della Fiera. «L’iniziativa nasce a seguito di una dichiarazione del presidente della Provincia Raffaele Lombardo, che in più di un’occasione affermò che il complesso delle Ciminiere non era idoneo ad ospitare eventi fieristici di rilievo. Fu così che nel febbraio 2004 un gruppo di privati costituì una società veicolo, che vide successivamente l’ingresso di enti pubblici tra cui la Provincia di Catania, la Camera di Commercio e diversi Comuni anche di altre province. È per questo motivo che la società ha cambiato nome, passando da “la fiera della provincia di Catania” ad “Etnafiera spa”, volendo con ciò indicare un comprensorio che va oltre la provincia di Catania e che è ben rappresentato dal nostro vulcano».

Qual è l’obiettivo che s’intende raggiungere? «Il settore delle “Fiere” rappresenta un attrattivo per le attività economiche e l’economia in genere. Oggi non esistono fiere importanti nel Centro-Sud Italia, essendo quelle di Roma, Bari e Napoli poco rappresentative, e fermandosi il sistema fieristico italiano, secondo in Europa solo alla Germania, in Emilia Romagna. L’obiettivo allora è quello di creare una struttura che possa ospitare almeno quindici eventi l’anno, di cui almeno due d’importanza nazionale ed internazionale, altamente specializzate sull’olio d’oliva e sui prodotti lapidei in particolare la pietra lavica, intesa quest’ultima non come materiale di semplice rifinitura o abbellimento artistico ma come materiale da costruzione. Noi come privati abbiamo lanciato il sasso, ma devo dire che si è innescato un forte interesse, superiore alle attese. È chiaro che noi ci aspettiamo una collaborazione pubblica fattiva».

Non le sembra troppo ristretto fare una fiera sull’olio? «Si tratterebbe in realtà di una fiera sull’agroalimentare, dove esporre tutti i prodotti tipici, con una particolare specializzazione ed attenzione all’olio d’oliva. Pensi al modello “Cibus” di Parma, fiera dell’agroalimentare ma che, in effetti, tratta preminentemente prosciutti ed insaccati. Su questo versante, viste anche le tradizioni della nostra terra, abbiamo coinvolto in termini d’impegno il ministro Alemanno, che ha mostrato interesse per il progetto. A tal proposito vorrei rilevare che il termine fiera è ormai obsoleto, bisogna riferirsi invece a società che organizzano e gestiscono eventi. Il modello europeo di fiera si sposta, inoltre, dalla specializzazione dettata dall’offerta dei produttori a quella della domanda. Oggi con internet tutto è conoscibile e quindi al concetto di esposizione si sostituisce quello di occasione d’incontro».

A proposito della gestione, come sarà organizzata? «Il sistema fieristico italiano è già maturo, ed ha capito che è necessario una trasformazione dei vecchi enti di gestione ad un sistema di società private organizzatrici di veri e propri eventi. N’è un esempio la fiera di Milano che ha una struttura complessa essendo formata da una fondazione, una società per azioni e cinque srl minori, ed è collocata nel mercato borsistico. La struttura che sorgerà, sarà gestita dalla società che si occuperà direttamente dei due eventi di cui abbiamo parlato e cioè “agroalimentare-olio d’oliva” e “prodotti lapidei-pietra lavica” ed eventualmente qualche altro evento. Per il resto sarà fruibile da tutti gli organizzatori privati di eventi fieristici o eventi in genere che potranno usufruirne affittandola, a prezzi intorno ai 150 euro al mq. Se Milano riesce ad organizzare 76 eventi l’anno, Catania può arrivare a quindici o venti manifestazioni».

Quali sono i tempi di realizzazione? «Riteniamo di aprire il cantiere entro quest’anno. I tempi tecnici previsti sono di circa due anni. Etnapolis, il grande centro commerciale organizzato in tre gallerie con oltre centodieci negozi, una multisala cinematografica da 14 sale, diverse attività di ristorazione e grandi magazzini (ipermercato, negozio di media e fai da te) partirà nel 2005 ed entro l’anno successivo avremo l’Etnafiera. Essa sorgerà su di un terreno, attiguo ad Etnapolis, di circa diciotto ettari di cui dodici serviranno per l’area fiera. Riteniamo di realizzare tutto con un “project financing” tra i più importanti d’Italia, che vede coinvolte banche quali l’Irfis, il Banco di Sicilia, Banca Nuova, Banca Sant’Angelo, Intesa, MSP corporate ed altre ancora. Dal punto di vista architettonico si tratterà di applicare la logica modulare, per realizzare 25.000 mq coperti ed un anfiteatro all’aperto da 7.500 persone. Il parcheggio di cui usufruirà sarà quello dell’Etnapolis, con 6.000 posti auto».

È prevista la costruzione di alberghi o strutture atte al ricevimento ed all’ospitalità? «Si, ma non direttamente da Etnafiera. Nel comprensorio ci sarà un albergo che servirà sia la fiera che il centro commerciale in un’ottica di sinergia totale tra le strutture. Ricordo inoltre la presenza nella zona di un importante struttura turistico attrattiva».

Per quanto riguarda l’assetto viario della zona ed il raggiungimento della stessa cosa si sta programmando? «Entro il 2006 partirà il miglioramento dell’esistente. L’asse più importante sarà un futuro collegamento tra aeroporto e paesi etnei (Paternò e via dicendo) che rappresentano un grosso bacino di popolazione. È poi previsto l’arrivo della metropolitana».

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