
La Fiera vuole subito un padiglione e battezza “Vicenza international”
Una riunione-fiume, durata oltre tre ore, con almeno due obiettivi immediati. Primo, chiedere all’Immobiliare Fiera di predisporre in due o tre mesi il progetto per un nuovo padigione da far sorgere nell’area a nord del complesso fieristico. Secondo, preparare tutti i documenti perché nel giro di poche settimane venga finalmente istituita “Vicenza Fiera International”, la nuova società operativa con licenza di colpire all’estero. È iniziata così ieri mattina la nuova era della Fiera sotto la presidenza dell’industriale Valentino Ziche, indicato da Comune e Provincia. In via dell’Oreficeria si è riunita per la prima volta la giunta, che oltre a Ziche vede presenti Manuela Dal Lago, presidente della Provincia, Fiorenza Dal Zotto consigliere comunale forzista (delegata del sindaco Enrico Hüllweck), i presidente Coldiretti Diego Meggiolaro (delegato del presidente Dino Menarin dell’ente camerale), il capogruppo forzista in Consiglio provinciale Giuseppe Dissegna, il presidente degli industriali di Vicenza città Michele Amenduni, il presidente degli industriali orafi Giorgio Costa, il presidente dell’Assoartigiani Giuseppe Sbalchiero e il presidente dell’Ascom Sergio Rebecca, l’imprenditore orafo Alessandro Menegatti e l’orafo Walter Sinico rappresentante di Apindustria. Il nuovo esecutivo di via dell’Oreficeria aveva molti temi da affrontare, dopo i mesi di sostanziale blocco vissuti in Fiera per le note vicende che hanno visto nominare due diversi consigli di amministrazione in due mesi. «È stata una giunta lunghissima – spiega lo stesso Ziche – perché c’erano ben 11 punti all’ordine del giorno, molti dei quali anche complessi». A cominciare dal bilancio consuntivo 2004 dell’Ente Fiera, che è stato approvato all’unanimità dalla giunta e verrà sottoposto domani pomeriggio al voto del Consiglio di amministrazione: «I numeri sono buoni, l’azienda va bene: è una bella macchina che funziona, anche se adesso dobbiamo potenziarla e farla crescere» spiega Ziche, che ha incontrato i circa 70 dipendenti dell’ente di via dell’Oreficeria. Intanto in giunta non ci saranno deleghe fisse (e tanto meno vicepresidenti) perché il presidente intende prima di tutto rendersi conto in prima persona di tutta la ‘macchina fieristica’. Ma il clou della seduta stava naturalmente nei primi passi da muovere per attuare le direttive programmatiche affidate al nuovo cda dai tre enti pubblici fondatori (Comune, Provincia, Camera di commercio) nel documento sottoscritto il 31 marzo da Hüllweck, Dal Lago e Menarin. «C’è comunque bisogno di spazi, per cui ho già incontrato il presidente Gildo Vescovi dell’Immobiliare Fiera – spiega Ziche, che si è trovato a confrontarsi con un altro storico industriale vicentino (lui è stato presidente di Assindustria, Vescovi dei costruttori) – per chiedergli di impegnarsi a presentare in 60-90 giorni il progetto per un padiglione nell’area libera a nord della Fiera. È un progetto in grado di fornire 5 mila metri quadri di superficie utilizzabile per rispondere alle richieste inevase di chiede di esporre in Fiera». Altra questione da risolvere al più presto – ma qui naturalmente la parola finale spetta ai tre enti – la scelta tra un progetto di ristrutturazione-ampliamento della Fiera attuale e un piano di costruzione di un nuovo quartiere fieristico a Vicenza est: «Bisognerà forzare i tempi per giungere alle decisioni e recuperare il tempo perso», valuta Ziche. Altra decisione da far scattare subito è la creazione di “Fiera Vicenza international”, promossa con l’obiettivo di diffondere nelle fiere estere il made in Italy e i marchi vicentini: sarà al 51% dell’Ente Fiera, al 10% ciascuno di Provincia, Camera di commercio, Banca popolare di Vicenza e Comune capoluogo, al 5% del World gold council con il 5 per cento e per il restante 4% delle categorie economiche vicentine. «Abbiamo deliberato all’unanimità – spiega Ziche – che venga costituta al più presto. I soci ci sono, il capitale da versare pure, i documenti sono pronti. Nel giro di un paio di settimane si potrà andare dal notaio e far nascere questa srl che sarà il braccio operativo per l’internazionalizzazione della Fiera di Vicenza». Un fronte molto delicato, forse anche più di quello degli spazi e delle strutture, è quello del piano strategico che i tre enti chiedono ai nuovi vertici della Fiera: alleanze, joint-ventures, collegamenti a livello veneto, nazionale e internazionale. Ziche conferma l’intenzione di partire prima di tutto dai vicini di casa: «Chiederò un incontro in Regione al presidente Galan, per capire le prospettive e la linea regionale nel progetto di ‘polo fieristico veneto’ e verificare se c’è qualcosa che si possa toccare mano». Che vuol dire prima di tutto Verona, anche se Ziche non ritiene chiuso il discorso con Padova: «In fondo i francesi che hanno acquistato Padovafiere sono nell’Unione europea, quindi è sicuramente pensabile di tentare discorsi insieme: bisogna fare massa critica. Altri discorsi a più vasto raggio li faremo dopo aver chiarito la posizione della Regione». E la trasformazione della Fiera in una spa o in una Fondazione? L’indicazione chiara dei tre enti alla Fiera attuale è di “tener pronti e aggiornati i documenti” per il momento in cui si deciderà cosa fare: «Il ‘nodo’ va sciolto, mentre resta fisso anche da parte dei tre enti che i rappresentanti delle categorie economiche devono assolutamente far parte della ‘macchina’ della Fiera. Ma nel frattempo quello che conta – conclude Ziche – è che la Fiera abbia piena operatività nel panorama veneto e nazionale-internazionale».