
«Villa Erba, i vertici è meglio se restano lariani» Ferrari, amministratore delegato di Fiera Milano, spiega le strategie e le alleanze con il polo espositivo di Cernobbio…
como Sarà Fiera Milano l’ago della bilancia del destino di Villa Erba? A meno di un mese dall’assemblea che dovrà approvare non solo i conti dell’esercizio 2004, ma anche ratificare il nuovo board e il new deal della società comasca, esce allo scoperto Piergiacomo Ferrari, amministratore delegato dell’Ente Fiera, chiamato alla definizione del nuovo piano industriale da Fondazione Fiera Milano, socio che detiene la maggior quota di capitale. Dott. Ferrari, qualche mese fa parlando di Villa Erba, lei ha annunciato che il polo lariano è destinato a diventare un alleato strategico del nuovo quartiere di Rho-Pero. Fiera Milano si interesserà veramente alle vicende del polo cernobbiese? Anche se siamo molto impegnati nella messa a regime della nuova struttura esterna, non ci dimenticheremo di villa Erba. Vale a dire? Lavoreremo al fianco dei nuovi vertici per ridirezionare la mission del centro espositivo lariano verso l’attività convegnistica, che peraltro si sta già espandendo. In che modo? Dirottando su Villa Erba parte delle richieste che arrivano da tutto il mondo a Fiera Milano Congressi: un orizzonte di contatti che abbraccia ben 60 Paesi. Ci sono possibilità di sviluppo anche nel settore eventi? L’obiettivo è quello di creare più sinergie tra la location comasca e le manifestazioni di proprietà o organizzate da Fiera Milano. La vicinanza a Rho, fa diventare Villa Erba il primo topos di riferimento per quelle iniziative ludiche e culturali che accompagneranno l’attività fieristica del nuovo insediamento. Già nel 2004 abbiamo allocato a Cernobbio l’anteprima del Mifed, il Mercato internazionale del cinema e del multimediale, che verrà ripetuta anche quest’anno. Sono al vaglio anche altre interessanti opportunità. A suo parere si poteva fare qualcosa per impedire la fuga delle rassegne tessili? La filiera italiana è stata costretta dal mercato a puntare su un nuovo, unitario contesto espositivo che Milano era in grado di accogliere. Villa Erba deve puntare su fiere di nicchia, magari in ambiti inediti che richiedono una cornice elegante e gradevole. Sarà quindi del tutto accantonato il progetto di ampliamento nell’area ex Galoppatoio? Non va scartato, ma l’investimento deve rientrare in un piano industriale. Prima di imboccare una strada, bisogna valutare se è percorribile. A questo proposito, la prossima assemblea sarà chiamata a giudicare anche il lavoro della squadra che negli ultimi tre anni ha gestito la società. Lei è per un cambiamento o una soluzione di continuità? Mi auguro che alla presidenza venga riconfermato Ambrosini. E’ stato l’uomo della svolta, in questo esercizio ha fatto molto per rilanciare la società. Da quando Sergio Pozzi ha fatto sapere di non essere disponibile per un mandato bis, sono iniziate le grandi manovre intorno alla poltrona di amministratore delegato per trovare un successore. Lei è più favorevole ad una candidatura interna o a una figura esterna al board uscente? Se proprio si deve cambiare, meglio puntare su un personaggio lariano che già conosca gli ingranaggi della società. Non si tratta di imporre una nomina, ma di far posto alla persona giusta. Che la nuova governance abbia ben chiaro il compito che le spetta: il presidente deve soprattutto relazionarsi con il territorio e incrementare i contatti con il mondo fieristico; l’amministratore delegato ha invece la responsabilità di far quadrare i conti, sempre in un’ottica di espansione industriale. Serena Brivio