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TURISMO RELIGIOSO E TURISMO SLOW: UN BINOMIO CHE UNISCE FEDE E CULTURA DEL TERRITORIO

Da diversi anni a questa parte il turismo religioso si sta affermando come uno dei principali orizzonti di sviluppo dell’offerta turistica di qualità. A differenza di tutti gli altri segmenti del mercato turistico, il turismo religioso ha come motivazione fondamentale la fede. Si tratta di una tipologia di viaggio che implica sentimenti di speranza, gratitudine, esperienze di convivenza nelle comunità di riferimento e maggiore avvicinamento alle proprie convinzioni religiose.

 

Si stima che il turismo religioso muova ogni anno in tutto il mondo circa 330 milioni di viaggiatori, motivati dall’intenzione di visitare i luoghi emblematici delle diverse religioni. La tipologia di viaggi di questo settore corrisponde generalmente a soggiorni brevi, di tre o quattro giorni, per lo più coincidenti con fine settimana o ponti festivi.  Anche tra i più giovani cresce l’interesse per viaggi all’insegna della spiritualità, della cultura e dell’arte; aumenta inoltre il numero di non credenti che si avvicinano a tali esperienze.

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il 41,4% di chi sceglie di partire per un pellegrinaggio ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni. La maggioranza è costituita da credenti, ma il turismo religioso attrae anche chi è più lontano dalla fede perché offre l’occasione di scoprirsi e conoscersi, di intraprendere un viaggio che possa realmente arricchire. Sono molti quelli che si rivolgono ad agenzie specializzate, in vista della pianificazione e organizzazione del viaggio, ma c’è anche chi sceglie di organizzarsi autonomamente.  Alcuni optano per percorsi culturali, storici e artistici e altri scelgono itinerari più mistici e spirituali. Non mancano sostegno ed aiuti per chi intraprende questo tipo di esperienza turistica e, proprio per questo, i viaggiatori possono spesso contare sull’ospitalità di numerose strutture religiose e non solo, che ogni anno aprono le porte all’accoglienza e alla condivisione.

 

Vi sono vari criteri in base ai quali si definiscono le categorie di viaggio afferenti a questo segmento turistico: in linea di massima, possiamo affermare che nel turismo religioso sono ricompresi pellegrinaggi, visite a santuari, luoghi sacri e tombe di santi, così come la partecipazione a celebrazioni religiose. Al tempo stesso, si possono includere canonizzazioni, visite a leader religiosi, anni santi e congressi eucaristici.

 

 

UN TURISMO AL SERVIZIO DELLO SPIRITO E DELL’INCLUSIONE SOCIALE

 

Il turismo religioso potrebbe quindi essere descritto come una tipologia di turismo slow che abbraccia diverse culture, luoghi e religioni. Questa modalità di fruizione turistica è vincolata con i grandi cammini di culto nazionali e internazionali e con i percorsi che accolgono gli appassionati di questa tipologia di turismo, indipendentemente dalla religione di appartenenza, valorizzando mete che consentono di riscoprire l’identità più profonda di una regione o di un Paese.

Si tratta di un turismo culturale rispettoso dell’ambiente, un turismo non di massa e pertanto altamente sostenibile, che cerca spesso percorsi lontani dalle grandi mete turistiche e privilegia il contatto con il territorio muovendosi anche nelle zone rurali. In altre parole, è una genuina espressione del turismo lento e di qualità.

Il turismo religioso può anche avere risvolti sociali importanti, che non devono essere trascurati. Ad esempio può rappresentare un volano per dare fiato a economie di zone svantaggiate, offrendo opportunità alle popolazioni locali che attraverso il turismo possono consolidare una dimensione di relazioni con comunità più ampie, favorire l’insediamento dei propri giovani sul territorio e generare effetti tangibili in termini di inclusione sociale. Del resto, spesso, territori di queste zone, conservano capolavori architettonici ed artistici nonché centri di comunità monastiche che hanno avuto un ruolo determinante nello sviluppo economico di questi luoghi.

 

 

I PROSSIMI APPUNTAMENTI DI FEDE E CULTURA

 

Nell’ambito dell’edizione 2018 di Agri Travel & Slow Travel Expo troveranno spazio attività preparatorie di una serie di eventi di livello nazionale e internazionale che saranno celebrati nei prossimi due anni, grazie all’importante collaborazione con la Diocesi di Bergamo.

 

Innanzitutto, ATEST contribuirà a celebrare il 2018 come Anno della Cultura proclamato dall’Ue, evidenziando l’importanza dei luoghi di culto quali grandi espressioni della cultura dell’umanità, con un enorme patrimonio di opere d’arte da proteggere e valorizzare.  L’Anno europeo del patrimonio culturale (EYCH) 2018 offrirà un’opportunità unica per mostrare che “il patrimonio religioso non è solo un retaggio del passato ma anche una risorsa per il futuro”. Un recente sondaggio a livello europeo ha mostrato che 4 europei su 5 considerano gli edifici del patrimonio religioso essenziali per la vita della comunità e da promuovere anche ad un pubblico laico. 

In questa prospettiva ATEST potrà dimostrare la propria funzione di volano e di hub del turismo e dell’arte religiosa, dando preminenza e visibilità alle eccellenze dell’offerta religiosa e culturale e generando opportunità di incontro per tutti gli attori della filiera del grande pubblico con una pluralità di attori di mercato, i “buyer” del mondo turistico, gli opinion leader della comunicazione, i professionisti della cultura, dell’arte e dei servizi.

 

Inoltre, sempre nel 2018, Papa Roncalli tornerà a Bergamo nel 60mo anniversario della sua elezione a Pontefice (avvenuta il 28 ottobre 1958), nel 55mo anniversario dell’Enciclica “Pacem in Terris” (11 aprile 1963) e della sua morte (3 giugno 1963). L’urna con il corpo del Santo Papa Buono giungerà in città e a Sotto il Monte per qualche settimana, probabilmente nei prossimi mesi di maggio e giugno. Questo evento potrà trovare in ATEST una sorta di anteprima ed anticipazione, che prefiguri il programma di iniziative che si svolgeranno nel territorio bergamasco in vista dello storico “ritorno”.

 

Infine, il 2019 è stato recentemente proclamato dal Ministero dei beni Culturali e del Turismo quale Anno nazionale del Turismo Slow: un ulteriore modo per valorizzare i territori italiani meno conosciuti e rilanciarli in chiave sostenibile con esperienze di viaggio innovative, dai treni storici agli itinerari culturali, dalle ciclovie ai percorsi dedicati ai santi,  nel quadro di una serie di cammini di nicchia censiti dal Ministero in oltre 6.600 chilometri di percorsi da riscoprire e mettere in evidenza su uno scenario globale.

 

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