
DAL MAROCCO AL SUDAFRICA, FIERAGRICOLA CREA UN PONTE CON L’AFRICA
Verona, 2 febbraio 2018 – Sono nove le delegazioni commerciali provenienti dall’Africa che visiteranno fino
a sabato 3 febbraio la 113ª edizione di Fieragricola di Verona, grazie all’attività di incoming organizzata da
Veronafiere e la propria rete di delegati, ICE e FederUnacoma.
I paesi coinvolti sono: Etiopia, Ghana, Sudafrica, Mozambico, Algeria, Tunisia, Marocco, Egitto e Kenya.
L’interesse è rivolto prevalentemente alla meccanizzazione, ma anche alla zootecnia.
«L’esigenza dell’Africa è quella di rispondere all’incremento demografico, migliorando la produttività, anche
alla luce del fatto che il 50% delle terre arabili non coltivate si trova in Africa», dice il presidente di
Veronafiere, Maurizio Danese.
Marocco ed Egitto. Anche l’ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, Hassan Abouyoub, era presente
ieri a Fieragricola. La visita è stata l’occasione per riportare l’attenzione su Siam, il Salone internazionale
dell’agricoltura del Marocco, in programma a Meknès dal 24 al 28 aprile, in cui Fieragricola organizzerà per il
secondo anno consecutivo il Padiglione Italia. Una rassegna che nell’edizione 2017 ha accolto oltre 800.000
visitatori, confermandosi un punto di riferimento per l’Africa. Il Marocco, peraltro, ha varato un piano di
sostegno dell’agricoltura finalizzato a una crescita su tutti i segmenti produttivi del comparto primario.
«Fieragricola, nell’ottica di rappresentare un ponte per l’agricoltura sul fronte delle tecnologie e del knowhow,
ha organizzato un evento lo scorso settembre anche in Egitto – dichiara il direttore di Veronafiere,
Giovanni Mantovani –, rafforzando il proprio ruolo di hub per sostenere i piani di sviluppo delle aree rurali
dell’Africa».
Il ruolo dell’Italia. L’Italia può dare il proprio contributo all’agricoltura, anche nell’ottica dei fenomeni
migratori. Ne è convinto Filippo De Filippis, docente di Economia e politica agraria all’Università di Roma 3.
Con una premessa. «Dobbiamo tenere molto sotto controllo come si sviluppano l’agricoltura e le aree rurali
dell’Africa, perché noi siamo spaventati dalla migrazione anche nordafricana in Europa – dichiara De Filippis
–. Però la migrazione internazionale degli africani è la decima parte della emigrazione che si fa all’interno dei
paesi africani e tra aree rurali e aree rurali dell’Africa. Dunque, il modo in cui il mondo risponderà ai bisogni
dell’agricoltura africana risponderà a questa sfida è fondamentale. L’Italia potrà dare tecnologia, agricoltura
di precisione, strumenti per aiutare queste popolazioni a produrre di più, mantenendo le risorse naturali
abbastanza protette».
L’avicoltura in Egitto. L’Egitto punta a potenziare il settore avicolo, comparto che occupa 2,5 milioni di
persone, con una produzione di 12 miliardi di uova, che permette l’autosufficienza, e 900 milioni di polli da
carne, che rende il settore autosufficiente al 95 per cento. «Abbiamo un piano di investimenti di 4 miliardi di
euro e un piano legislativo mirato alla semplificazione – ha detto il viceministro egiziano all’Agricoltura,
Muna Mehrez, presente a Fieragricola– per sostenere la crescita delle imprese agricole sul fronte biosicurezza
e salute animale, applicare misure di controllo sulle malattie avicole, definire un database per il
censimento dei capi e sviluppare una mappa sanitaria; sostenere la filiera avicola anche allo scopo di
implementare l’autosufficienza nelle aree desertiche e raggiungere un surplus produttivo per l’export;
informare con campagne nazionali sulla corretta gestione della carne refrigerata». Fieragricola, in
quest’ottica, come ha ribadito il viceministro Mehrez, «può sostenere attraverso strutture e know-how la
nostra crescita».
AfricaHand Project. Un esempio concreto del sostegno italiano è stata presentata a Fieragricola. Si tratta del
progetto AfricaHand Project, con capofila la ong bolognese Cefa e la partnership di Granarolo,
FederUnacoma, Comune di Reggio Emilia, Fondazione E35, Regione Emilia Romagna Aci, Coopermondo,
Consorzio Associazioni con il Mozambico, la rivista Allevatori Top.
Il progetto coinvolgerà circa 400 allevamenti rurali della provincia di Beira, seconda città del Mozambico, sul
delta del fiume Pungoè. L’obiettivo è quello di costituire filiere da latte per la trasformazione del prodotto e
assicurare un reddito alle famiglie coinvolte e una maggiore attenzione all’ambiente.
Allo stesso tempo, partirà il progetto «Adotta un allevatore», per fornire un sostegno ai produttori locali (per
l’80% rappresentati da donne).