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Quando i Nonni fanno cucù

È un bellissimo libro per i bambini da zero a tre anni, un volume ricco di illustrazioni che ne fanno uno strumento utile per stimolare la fantasia e l’apprendimento. Una pubblicazione bella da sfogliare assieme ai bambini più piccoli per raccontare storie, generare suoni, evocare rumori e già questo lo rende uno strumento prezioso per favorire la crescita e la fantasia.
Ma “Nonni Cucù”, il libro pubblicato per Edizioni Franco Cosimo Panini, che Elisa Mazzoli, autrice di lungo corso (al suo attivo decine di pubblicazioni), ma anche mamma di quattro bambini, ha presentato a CarraraFiere nell’ambito di Bimbi in Festa il salone dedicato al mondo del bambino (18 e 18 ottobre), va molto oltre i semplici contenuti e apre scenari nuovi nella creazione della personalità e nel raggiungimento dell’equilibrio del bambino.
“Nel panorama che circonda il bambino c’è una figura fondamentale per la crescita: quella del nonno. Può avere un ruolo importante se riesce ad interagire con i nipoti, giocando e creando assieme a loro – dice Elisa Mazzoli al termine di un’affollata presentazione-lettura del libro, con bambini e genitori seduti a terra nello spazio della Libreria Nuova Avventura – dunque il titolo che prefigura la capacità di giocare e di stupire, di dare vita a stupore ed emozioni che si trovano nel nascondersi e ritrovarsi, vuole valorizzare il nonno e la sua funzione pedagogica sia nel gioco sia nella trasmissione di valori, conoscenze, ricordi. Un libro per i nonni che vogliono leggerlo assieme ai nipoti e che sono capaci di farsi parte attiva nella lettura e nell’interpretazione delle illustrazioni sia per i nonni che sono impegnati attivamente nella vita e che possono trovare una nuova ragione per passare qualche ora con i nipoti” .
Dunque non una semplice pubblicazione per bambini ma uno strumento prezioso per nonni che vogliono avere un ruolo attivo sfruttando al meglio anche le suggestioni create anche dalla grafica e dalle splendide illustrazioni di Desideria Guicciardini, una grande interprete di questo genere, vincitrice del premio Anderson 2014, che diventano un “libro nel libro”, lo rendono graficamente prezioso  e capace di stimolare anche nei nonni inaspettate capacità di racconto e nuove dimensioni in cui vivere con i nipoti giocando con loro e riscoprendo il gusto e la capacità di fare Cucù.
 
Per una scuola a misura di bambino
A bimbi in festa Maya Azzarà ha parlato dell’organizzazione degli ambienti dell’infanzia per realizzare case, asili e scuole a misura di bambino.
La scelta dell’arredamento e della ripartizione degli spazi ma anche l’uso appropriato del colore sono fondamentali nell’organizzazione degli spazi per i bambini,  perchè influiscono sull’umore, sul comportamento sul rapporto che sviluppano con i luoghi in cui vivono.
Maya Azzarà, architetto specializzato in spazi per l’infanzia lo illustrato con dovizia di particolari in due incontri “Ambienti per l’infanzia tra pedagogia, architettura e arredamento”  e “Case (anche) per i bambini. Come organizzare le nostre case a misura di bambino” che si sono svolti sabato 18 e domenica 19 ottobre a CarraraFiere, in occasione di Bimbi in Festa, il 1° Salone dedicato al bambino.
Nel corso del primo appuntamento, rivolto principalmente a educatori e insegnanti coinvolti nell’organizzazione pratica e quotidiana degli spazi per l’infanzia, in particolare all’interno di asili nido, scuole dell’infanzia e scuole primarie, è stato analizzato il legame tra pedagogia, architettura e arredamento. Attraverso le fotografie che riproducono asili e scuole dagli anni Trenta ai giorni nostri, con la loro immediatezza, Azzarà ha rappresentato l’importanza degli spazi fornendo così  nuovi strumenti per la comprensione e la lettura delle aree di attività predisposte dall’adulto e fruite dai bambini. È stato un racconto che ha preso avvio dagli spazi rigidi di fine ottocento fino ad arrivare al concetto di partecipazione introdotto da Maria Montessori che ha sostituito le forme alte e squadrate in cui il piccolo aveva bisogno dell’aiuto dell’adulto fino all’arrivo del tavolo circolare che invece favorisce la socializzazione e aiuta il bimbo a fare da solo.
Ma anche l’uso dei colori e dei materiali è importante: “quelli naturali della scuola steineriana, insieme all’uso dei colori della natura hanno – spiegato Maya Azzarà -lo scopo di creare una continuità tra il dentro e il fuori agevolando così l’accoglienza.”
Gli ambienti, che negli anni rispondono  a differenti forme di matrice pedagogica sono lo specchio dei diversi approcci storico-culturali fino alle esperienze dei giorni nostri come quella della scuola senza zaino nata in Toscana dieci anni fa, in cui appunto si va a scuola liberi dal peso della cartella che da sempre è stata l’immagine classica e universale dell’impegno scolastico.
Si, perchè lo zaino come spiegano gli ideatori del progetto, serve solo per andare in ambienti ostili e precari mentre la scuola non deve essere sentita come un peso o una sfida. “Tutti cambiamenti – fa notare Maya Azzarà -che però hanno interessato la scuola dell’infanzia e non gli altri livelli della scuola in cui, in tutti questi anni, come dimostrano le foto, non è cambiato quasi niente”.

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