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LA GRANDE EREDITA’ (NON SOLO CULTURALE) DI ANTONIO STRADIVARI ARRIVA A MONDOMUSICA: IN MOSTRA IL TESTAMENTO ORIGINALE DEL SOMMO MAESTRO.

Cremona capitale della musica; Cremona città dell’UNESCO; Cremona più grande distretto liutario mondiale. Tante anime legate alla grande musica e alla liuteria che quest’anno a Mondomusica, il principale marketplace mondiale degli strumenti artigianali di alta gamma, saranno rappresentate per la prima volta insieme nell’area “Cremona Liutaria Patrimonio dell’UNESCO”.

CremonaFiere ha coinvolto il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio, il Museo Civico, il Museo del Violino, il Teatro Ponchielli, la Scuola Internazionale di Liuteria, l’Archivio di Stato, l’Associazione Concordia, la Scuola Diocesana di Musica Sacra “D. Caifa”, oltre che alla Facoltà di Musicologia e l’istituto Monteverdi, in un gruppo compatto che desse una rappresentazione globale su tutto ciò che la città ha da offrire nel settore musicale.

Tra le varie iniziative che si svolgeranno nell’Area Cremona Liutaria da segnalare è la presentazione ed esposizione del testamento del sommo Maestro liutaio Antonio Stradivari messo a disposizione dall’Archivio di Stato di Cremona, che lo custodisce tuttora, e dove fu scoperto nel 1999 dagli studiosi Carlo Chiesa e Duane Rosengard (per gli esperti, la segnatura è fondo notarile, filza 6390).

Il Maestro inizia a redigere il testamento il 29 gennaio del 1729, ma morirà nove anni più tardi; per il mondo liutario è un documento importante che costituisce il fondamento e il fulcro portante della realtà liutaria. Nel Settecento il panorama liutario era dominato esclusivamente dalla bottega di Antonio Stradivari, la realtà di questa affermazione si evince anche dall’esame del suo testamento. Questo documento ha contribuito a gettare una luce nuova sul mondo liutario “post-classico”: un mondo concentrato non tanto sulle figure dei singoli liutai, piuttosto sulla commercializzazione degli strumenti e sui vantaggi economici che da essa sarebbero derivati.

Il documento oltre ad essere utile per ridefinire i contorni sociali della liuteria cremonese settecentesca chiarisce le relazioni interne alla famiglia Stradivari; l’eredità del “saper fare liutario” ha un valore incommensurabile, mentre la parte che riguarda i beni materiali assegna qualche vestito alla moglie Antonia, la bottega al primogenito Francesco, e il patrimonio monetario a Paolo, il personaggio che più di ogni altro contibuì in parte consapevolmente e in parte no, a dare un volto diverso e un impulso nuovo alla liuteria. Paolo fu il trait d’union fra la famiglia Stradivari e il mondo liutario cremonese della seconda metà del Settecento. Il centro della sua attività fu infatti il commercio degli strumenti della bottega paterna. Più sfortunati gli altri figli: pochi soldi allo scapestrato Omobono e neanche un soldo ai tre che preferirono i voti ecclesiastici alla bottega.

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