
ANTIQUARIA PADOVA, OGNI MOMENTO TRASCORSO IN FIERA E’ MEMORABILE
Antiquaria Padova si avvia verso il suo secondo fine settimana, quello decisivo per molti acquirenti per concludere le trattative, dato che domenica 24 marzo sarà l’ultima giornata utile per visitare l’esposizione. Ogni momento trascorso in fiera è memorabile, di giorno in giorno si susseguono scoperte di opere sempre più particolari, a dimostrazione del fatto che mostre come questa vanno vissute a pieno, e visitate anche due o tre pomeriggi di seguito per avere almeno una panoramica generale sull’enorme e preziosa varietà di pezzi esposti. Se spesso si è parlato in prevalenza di Settecento veneziano e pittura vedutista, daremo invece in questa sede più spazio alle opere scultoree presenti in mostra, senza comunque trascurare alcune interessanti notizie relative a certe pitture di livello museale e a qualche pezzo di alta gioielleria.
Iniziando dunque dalla scultura, è doveroso segnalare una bellissima Madonna lignea del tardo Quattrocento: l’opera, vessata dal passare del tempo e mutila delle braccia che con ogni probabilità sostenevano un Bambino, è un rimarchevole esempio di scultura marchigiana rinascimentale, soggetta all’influenza di Silvestro dell’Aquila (1450 ca.-1504), massimo scultore abruzzese dell’epoca e caposcuola di una bottega particolarmente fiorente. Altrettanto interessante è un San Francesco Saverio del XVIII sec., mentre per quanto riguarda gli arredi sono da ricordare due pezzi seicenteschi, ossia una bella scrivania San Filippo a lira e una graziosissima panca decorata con festoni di foglie e frutti, recante al centro dello schienale due amorini che fiancheggiano un clipeo che, incorniciato da un serto di lauro e sormontato da un motivo a conchiglia, mostra una veduta di paesaggio.
Ispirata alla mitologia classica è invece una scultura in legno dorato del XVII secolo: l’opera, influenzata dall’arte del Liberi e del Campagna, è una bella raffigurazione del Ratto di Proserpina; a soggetto classico è anche un avorio Dieppe del Settecento, raffigurante una Venere con Amore bambino. Di infinita eleganza sono poi due ballerine, una in avorio e l’altra in bronzo, firmate Chiparus, lo scultore Decò romeno, poi naturalizzato francese, celebre per le sue aggraziate figure danzanti.
Per quanto riguarda la pittura, segnaliamo invece una piccola opera cinquecentesca: trattasi di una Crocifissione con la Vergine, San Giovanni e gli angeli, copia di un’opera michelangiolesca realizzata da Marcello Venusti (1510-1579), pittore rinascimentale che ebbe diretti contatti con il Buonarroti e Sebastiano del Piombo. Notevole è poi un Convito all’aperto della fine del XVI secolo: l’opera in questione è un pezzo di elevata qualità realizzato dal fiammingo Lodewijk Toeput, noto nella versione italianizzata del suo nome come Ludovico Pozzoserrato e particolarmente attivo nell’ambito della Marca trevigiana. Segnaliamo infine, per quanto riguarda l’Ottocento, l’opera intitolata Signora seduta in giardino di Giuseppe De Nittis (1846-1884), grande pastello molto accurato sia nella resa dello sfondo che in quella delle mode di fine secolo, come tipico dell’artista.
Per concludere, ricordiamo la presenza di pezzi realizzati dai più importanti nomi dell’oreficeria italiana e straniera del Novecento, tra cui Frascarolo, Tiffany, Webb, nonché un raffinato bracciale in diamanti e rubini, creazione anni Cinquanta ad alta caratura realizzata da Gérard.