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A FIERA MILANO APRE MIPEL IN MOSTRA LE BORSE DELLA PRIMAVERA-ESTATE 2013

Milano, 16 settembre 2012 – Fresca come un gelato, leggera come una piuma. Sono queste le credenziali delle borse che indosseremo la prossima estate, tutte esposte a Mipel, la mostra internazionale della pelletteria da oggi fino a mercoledì 19 settembre in Fiera Milano a Rho.
Sensazioni che nascono dai colori pastello, in una palette che vira dall’azzurro polvere al rosa baby, dal giallo canarino all’arancio pesca, con punte fluo per chi ama osare.
Tagli laser, rete costruita con ogni materiale, dalla plastica alla corda, fino alla versione più lussuosa, interpretata dai pellami pregiati come rettile e cocco, consentono alla bag, che per l’estate diventa anche macro, di mantenere una flessibilità estremamente comfort.
Tutto diventa glam, anche il porta tablet, che non rinuncia alla veste più elegante, con tanto di tracollina fucsia, e arriva a confondersi con la bustina di tendenza.
I materiali si fondono e gli abbinamenti si fanno azzardati, come nella borsa in pvc con finiture di vitello e preziosa minuteria metallica.
Piacevole al tatto anche la sacca di morbidissima capra, prima cucita e impreziosita da bordure di pizzo, e solo in seguito lavata per acquisire una tonalità sfumata e vintage.
La borsa si fa, inoltre versatile, con giochi di bottoni e cerniere che le consentono di cambiare, con un solo gesto, forma e capienza. Una modalità indispensabile per un accessorio che accompagna chi la indossa da mattino a sera.
Mipel, a cui partecipano 371 espositori di cui 128 esteri, attende 16mila visitatori professionali e si conferma la vetrina del più alto artigianato made in Italy. Oltre che l’occasione ideale per le piccole imprese, che costituiscono la gran parte del settore, di stabilire relazioni d’affari con i nuovi mercati.
Lo sviluppo è infatti all’estero. I primi cinque mesi del 2012 hanno confermato il trend di crescita delle esportazioni della pelletteria, che hanno registrato un formidabile +24,6% nel periodo gennaio-maggio, rispetto al 2011. Circa i tre quarti dell’export hanno riguardato il prodotto in pelle, che ha ulteriormente migliorato le posizioni rispetto al succedaneo. Inoltre, preponderante si è confermato il contributo della fascia alta e medio alta dell’offerta. Di tutte le esportazioni del mondo della pelle, un aumento del 35% è da attribuire all’accessorio, con un +32% rappresentato dalle sole borse, e con un prezzo medio di 133 euro.
I numeri dei grandi mercati emergenti, nuovi compratori del lusso, danno il polso di tutto il comparto: Cina +65%, Singapore +68%, Emirati Arabi +45%, Russia +21%. Ucraina +30%. Ma anche Brasile +187% e Arabia Saudita +29% confermano la tendenza. Mostrano ritmi sostenuti di crescita anche Stati Uniti (+32%), Hong Kong (+45%) e Giappone (+15%).
Molto diverso il quadro della domanda interna che nel periodo gennaio-giugno ha accusato una flessione del  5,7% in volume e del 4,7% in valore. L’andamento divergente attuale e prevedibile della domanda interna e di quella internazionale, osserva Aimpes, dimostra una volta di più la necessità di puntare sull’estero e sul prodotto di fascia elevata. L’Italia mantiene in effetti il know how creativo della maggior parte dei grandi marchi, un patrimonio che è l’anima di Mipel, dove la ribalta è tutta per una larga fascia di aziende medie e medio/piccole, forti proprio della loro tradizione artigiana. Però queste realtà imprenditoriali, tutte mediamente con un fatturato che va da 1 a 5 milioni di euro annui, devono impegnarsi per un salto di qualità che permetta loro di aggredire i grandi mercati.
 “E’ in atto, di fatto, uno spostamento di ricchezza, iniziato nel 2000 con lentezza e oggi in progressiva accelerazione, che sta mutando con grande rapidità gli scenari di riferimento dell’economia mondiale” spiega Mauro Muzzolon, direttore generale di Mipel.”A queste nuove condizioni le aziende del settore hanno saputo in parte adeguarsi, traendone indubbi vantaggi, e in parte non subendo ripercussioni negative per la loro attività e, in alcuni casi, per la loro sopravvivenza. Viceversa, il mancato adeguamento è soprattutto motivato da oggettive difficoltà dimensionali che ne stanno ostacolando l’accesso alle nuove opportunità di business. Entrare nei nuovi mercati può rappresentare un problema insormontabile per le piccole e piccolissime aziende; l’upgrading dell’offerta, in qualche caso, attraverso un costante innalzamento del livello qualitativo della produzione, può essere una strada per alcune aziende posizionate già nella fascia media del mercato. Ma la maggior parte di esse non ha la forza, anche finanziaria, per fare il salto di qualità e si trova quindi nelle condizioni  di operare senza impatto competitivo nella fascia medio bassa, dominata da prodotto d’importazione, o in quella media, con una caratterizzazione anonima e quindi penalizzante del proprio brand”.

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