Aefi - Associazione esposizioni e fiere italiane

Rassegna stampa

Il Sole 24 ore

29/09/2009

Fiere. Al via a Bologna la 27ª edizione del salone leader al mondo

La ceramica cerca spazio in grandi opere

di Giorgio Costa

Più investimenti nel settore commerciale e il comparto fiuta nuove quote di mercato

Dalla riqualificazione del centro urbano di Ang Mo Kio, città satellite situata nella regione a nord-est dell'isola di Singapore alla nuova vip lounge dell'aeroporto di Catania, dalla casa del calcio di San Marino all'avenue Mall, il più grande centro commerciale del Kuwait. Ovunque protagonista è la ceramica italiana che esce dai bagni e dalle cucine e cerca un suo spazio – estetico ma anche funzionale – nelle grandi superfici. E se riuscisse a convincere i proprietari dei grandi alberghi, invariabilmente pavimentati a moquette, della sua maggiore funzionalità, la crisi attuale avrebbe imboccato la strada che porta fuori dal tunnel. Perché nel tunnel delle vendite la ceramica italiana c'è – le previsioni per il 2009 indicano un calo dei ricavi di circa il 20% rispetto ai 6,5 miliardi del 2008 con importanti ripercussioni sul lavoro che vede circa il 25% dei 26mila addetti interessati a vario titolo da ammortizzatori sociali – anche se dagli stand della 27a edizione di Cersaie (in programma a Bologna da oggi 29 settembre al 3 ottobre prossimo) esce un messaggio di grande forza e ottimismo: la macchina produttiva proncipalmente collocata tra Faenza, Modena e Reggio Emilia non si ferma e la produzione continua a cercare di catturare in ogni modo i clienti. Passando da disegni innovativi, certo, ma soprattutto da nuovi formati, sempre più grandi che affiancano alla classica piastrella lastre che si spingono sino a 100x300 centimetri, creando la premessa della ceramica su misura in casa e della piastrella come rivestimento e pavimento per superfici sempre più grandi. E quella dell'ingresso sempre più massiccio nel mondo delle infrastrutture commerciali, sportive, ricettive e trasportistiche resta la sfida maggiore che il mondo della piastrella è chiamato a cogliere.
Vincendola, si aprirebbe un futuro assolutamente nuovo e ricco di prospettive che, invece, restano di più modesto profilo se si lega la ceramica in prevalenza al settore abitativo. Del resto, come stima Prometeia, la percentuale di crescita degli investimenti nel settore non residenziale tra 2009 e 2011 è complessivamente del 6,7%, quella del residenziale si ferma al 3,3 per cento.
Tutto ciò mentre la produzione mondiale di piastrelle aumenterà del 4,3%, un dato a cui contribuiranno in termini ampiamente positivi il Medio Oriente e l'Asia (in primis la Cina) a scapito dei produttori storici europei, che avranno consumi stimati complessivamente in calo di circa il 25% con Spagna (oltre il -50%) e Italia (circa -20%) a guidare la corsa al ribasso. Il tutto però in uno scenario competitivo molto delicato: l'Italia, che nel 2000 aveva una quota di esportazioni in valore sul commercio mondiale di circa il 40%, ha perso terreno passando al 35,5% nel 2008 (mentre la Spagna è passata dal 22,3% al 19,4%) e la Cina ha guadagnato oltre 10 punti percentuali.
«Quello della ceramica – spiega Alessandra Lanza, responsabile analisi e ricerca economica di Prometeia – non è assolutamente un mercato finito. Ha scontato negli ultimi anni un'erosione di quota a favore dei mercati emergenti fisiologica e generalizzata a molti settori. Questo ha certamente generato alcune tensioni al ribasso sul fronte della capacità produttiva, che, di fronte ad una crisi senza precedenti, dovrà verosimilmente tendere ad un efficientamento e ad un consolidamento dei volumi di produzione, ma non necessariamente del valore generato. Come dire che di fronte ad una torta di commercio mondiale che sarà più piccola per tutti, l'Italia potrebbe, grazie al proprio percorso di riposizionamento qualitativo, difendere efficacemente la sua fetta». Ma bisognerà rimboccarsi le maniche sia sul fronte della promozione sia nell'approccio al mercato. «Certamente i mercati più promettenti sono quelli del Far East e del Medio Oriente – spiega Alessandra Lanza – e il business del non residenziale può essere molto importante e può essere anche utile localizzare le produzioni vicino ai mercati di sbocco, nell'ottica non del risparmio sui costi ma della maggiore vicinanza ai clienti anche sotto il profilo dei servizi».
Già oggi, però, i produttori italiani sono molto attenti al non residenziale. «Per noi – spiega Mirco Migliari, presidente della Mirage di Pavullo, nel modenese – il business del mercato non residenziale vale oltre il 50% e stiamo lavorando molto per ridurre lo spessore delle lastre di gres porcellanato. Ora siamo sotto i cinque millimetri e con dimensioni che sono molto interessanti sia per il rivestimento di grandi pareti sia per le superfici calpestabili pubbliche che devono abbinare estetica, resistenza e facilità di pulizia». E sul futuro della ceramica nei cantieri non ha dubbi neppure Alessandro Marata, presidente dell'Ordine degli architetti di Bologna. «Si tratta di un materiale stupendo che forse costa qualcosa in più all'inizio ma poi recupera valore di uso nel tempo. In Francia è strausata anche nelle grandi strutture aperte al pubblico e mi auguro che riesca a sfondare in tutto il mondo».
giorgio.costa@ilsole24ore.com
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LA PRODUZIONE

6,5

Miliardi di euro

 

AMMORTIZZATORI

25%

Quota di dipendenti in difficoltà

Giorgio Costa

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